Forte scossa di terremoto, oggi, in Giappone, non si segnalano, al momento, feriti e danni agli edifici
20 marzo 2021, ore 12:42 , agg. alle 12:57
Una scossa di terremoto, di magnitudo 7.2 sulla scala Richter, è stata registrata, alle 10 ora italiana, in Giappone, a nord est di Tokyo, diramato un allarme tsunami, poi rientrato
E' allerta tsunami in Giappone. Una forte scossa di terremoto è stata registrata oggi, poco prima delle 18.10 ora locale, le 10 in Italia, e ha fatto scattare, subito, l'allarme tsunami per la costa nord-orientale del Paese, successivamente rientrato. La magnitudo è stata di 7.2 sulla scala Richter. Secondo l'agenzia di stampa Kyodo, l'epicentro si troverebbe al largo della costa della prefettura di Miyagi, gravemente danneggiata nel disastroso terremoto del 2011. Per il momento, non si segnalano vittime, feriti o danni importanti alle strutture e agli edifici, pubblici e privati.
L'11 marzo scorso il ricordo del terremoto del 2011
L'11 marzo il Giappone ha ricordato il devastante terremoto che colpì il Paese 10 anni fa, provocando lo tsunami e la crisi nucleare che sconvolsero la regione nordorientale. La gente non ha dimenticato quella tragedia in cui morirono di oltre 18mila persone. Dieci anni dopo sono ancora migliaia gli sfollati ed è restato incompiuto lo smantellamento della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Per ricordare quel dramma, molte persone hanno portato fiori sulla costa, dove familiari e amici furono trascinati via dall'acqua. Le principali autorità giapponesi, tra cui il principe Naruhito e il premier Yoshihide Suga, sono intervenuti in una cerimonia a Tokyo, alla presenza di sopravvissuti e di un numero ridotto di partecipanti, a causa delle restrizioni legate alla pandemia.
Lo tsunami travolse persone e case
Il sisma, che fece segnare una magnitudo di 9.0, fu la causa della vera e propria barriera d'acqua che travolse anche l'entroterra, cancellando interi paesi e danneggiando, in modo irrimediabile, la centrale nucleare di Fukushima, all'interno della quale si verificò la parziale fusione dei noccioli di alcuni reattori. Le settimane successive furono drammatiche, mentre le radiazioni si diffondevano nell'aria e i tecnici lavoravano, senza sosta, per cercare di raffreddare le barre combustibili, pompando acqua di mare negli impianti. Il timore sulla diffusione delle radiazioni arrivò fino agli Stati Uniti, alla Cina e alla Russia.