28 giugno 2018, ore 10:00
L'iniziativa è organizzata da Facebook Italia e Giovani Imprenditori Confindustria
Il FED, il Forum dell’Economia Digitale, torna per la terza edizione il 3 luglio al MiCo di Milano. L'iniziativa è ideata e realizzata da Facebook Italia e Giovani Imprenditori Confindustria, ed è dedicata al presente e al futuro dell’economia digitale. Dopo il successo delle prime due edizioni – ognuna delle quali ha visto sul palco circa 40 speaker e un pubblico che lo scorso anno ha superato le 2.000 persone – l’edizione 2018 si concentrerà sul tema delle competenze digitali necessarie per cogliere le opportunità offerte dai nuovi strumenti tecnologici e sostenere la crescita economica della società. Anche in questa occasione sul palco si alterneranno manager e imprenditori di successo appartenenti a settori economici diversi, esperti, accademici e personalità del mondo della cultura e dello spettacolo che daranno il loro contributo nel corso dei talk show e delle tavole rotonde in programma. Obiettivo della giornata sarà presentare al pubblico in sala punti di vista diversi e, a volte, lontani nell'interpretazione della sfida digitale, oltre a fornire spunti di riflessione per capire se l’aumento delle competenze digitali sia davvero direttamente connesso allo sviluppo tecnologico ed economico della società del nuovo millennio, nata con internet e che certamente imparerà ad invecchiare in compagnia di “sistemi intelligenti”.
“Investire non solo su infrastrutture e prodotti, ma anche sull'aggiornamento costante della forza lavoro per saper cogliere tutte le opportunità diventa un passo essenziale per ogni azienda" ha commentato Luca Colombo, Country Director di Facebook Italia, “il 70% delle piccole e medie imprese su Facebook, ad esempio, dichiara come in fase di assunzione le competenze digitali e l’utilizzo dei social network siano più importanti della scuola frequentata dal candidato”. Così, invece, Alessio Rossi, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria: “vogliamo rimettere al centro il lavoro, specie dei giovani e valorizzarlo anche con incentivazione fiscale, e un piano per la formazione continua e a lungo termine perché se nella fabbrica tradizionale le mansioni mutavano ogni 20 anni, oggi questo arco di tempo si è ridotto a tre-cinque anni”