Francia, “Non troverete neppure un centesimo libico nella mia campagna elettorale”, queste le prime parole di Nicolas Sarkozy al processo nei suoi confronti
Francia, “Non troverete neppure un centesimo libico nella mia campagna elettorale”, queste le prime parole di Nicolas Sarkozy al processo nei suoi confronti Photo Credit: fotogramma.it
09 gennaio 2025, ore 18:30
Dopo circa dieci anni di indagini, lunedì scorso, è iniziato il più importante processo contro l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, che è accusato di appropriazione indebita di fondi pubblici e finanziamento illegale di una campagna elettorale, quella del 2007. Insieme a lui anche dodici stretti collaboratori sono accusati di aver finanziato parte della sua campagna elettorale per la (poi vittoriosa) scalata all’Eliseo, con fondi non dichiarati provenienti dal regime del dittatore libico Muammar Gheddafi
LE DICHIARAZIONI
"Non troverete mai, mai, un solo euro, ma neppure un centesimo libico, nella mia campagna elettorale" queste le prime dichiarazioni, durante il processo nei suoi confronti, pronunciate dall’ex presidente Sarkozy. "Risponderò a tutte le domande come ho sempre fatto - ha aggiunto l'ex capo dello stato - mi sono preso sempre le mie responsabilità e conto di farlo durante questi quattro mesi" di processo.QUANDO LA STORIA DIVENNE PUBBLICA
La storia del presunto accordo fra Gheddafi e Sarkozy fu resa nota nel 2012 quando l'ex presidente, impegnato in una nuova campagna elettorale per essere rieletto, fu sorpreso dalla pubblicazione - da parte di un giornale investigativo digitale - di un articolo che mostrava un documento del 2006 in cui un ex funzionario libico faceva riferimento al suddetto accordo sul finanziamento della campagna, che sarebbe avvenuto l’anno prima, quando Sarkozy era ministro dell’Interno.LE TESTIMONIANZE
Una parte importante dell’accusa, inoltre, si basa sulle testimonianze. Un uomo d’affari franco-libanese, Ziad Takieddine, per anni ha affermato di aver consegnato circa cinque milioni di euro in contanti a Sarkozy e ai suoi collaboratori, da parte di Gheddafi, tra il 2006 e il 2007.Nel 2020, però, Takieddine aveva pubblicamente ritrattato le proprie dichiarazioni in una serie d’interviste e, secondo l’accusa, sarebbe stato pagato più di 600mila euro per negare quanto precedentemente affermato, motivo per cui, nel 2023, Sarkozy è stato accusato anche di manomissione di testimoni.
L’ex presidente e i suoi avvocati negano tutte le accuse e sostengono che gli ex funzionari libici lo accusino per vendicarsi poichè, dopo anni di buoni rapporti fra Zarkozy e Gheddafi, la Francia appoggiò l’azione militare in Libia (autorizzata dalle Nazioni Unite), che contribuì a spodestare il regime di Gheddafi nel 2011 e che portò alla sua uccisione per mano delle truppe ribelli.
Tuttavia, dall’altra parte, poco prima della caduta di Gheddafi, anche il figlio Saïf al-Islam aveva affermato in un'intervista di avere le prove dei pagamenti da parte del regime del padre alla campagna presidenziale francese del candidato di destra. "Ho assistito personalmente alla consegna della prima tranche di denaro a Claude Guéant a Tripoli", aveva dichiarato.
DIVERSE LE INDAGINI IN CORSO
Non si tratta della prima azione giudiziaria per Zarkozy che, da diversi anni, è coinvolto in una serie di processi: a febbraio del 2024 è stato condannato, in appello, a un anno per finanziamenti illeciti e, a dicembre, è stato condannato definitivamente, in un altro caso per corruzione, ad un anno agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.L’attuale processo, però, ha un peso differente perché l’ex presidente rischia una condanna fino a 10 anni di carcere e una multa di 375.000 euro oltre al fatto che si tratta del suo quinto processo e, per la prima volta, si presenta con un precedente penale che potrebbe pesare parecchio contro di lui.
La vicenda giudiziaria durerà fino al 10 aprile.