11 ottobre 2024, ore 15:30
L’attivista per la giustizia climatica e fondatrice dl movimento Fridays for future sfila per le strade di Milano con un migliaio di studenti: per il clima e per la pace in Medio Oriente.
Alle 11 di questa mattina è partito il corteo dal largo Cairoli a Milano. Un migliaio di studenti, insieme alla Thunberg hanno sfilato per protestare contro il colonialismo e lo sfruttamento.
IL CORTEO
Chiedono la pace in Palestina oltre alla giustizia climatica e sociale i ragazzi che sono scesi in piazza questa mattina al centro di Milano. Seguono il filone ambientalista della svedese che, da adolescente, si piantava davanti al Parlamento di Stoccolma ogni venerdì per protestare contro le la disattenzione nei confronti dei cambiamenti climatici che minacciano il futuro del pianeta. Diventata un’icona nel mondo, dopo aver parlato in tutti i consessi internazionali di maggiore prestigio a difesa della Terra, oggi sfila con i suoi coetanei come manifestante e non rilascia interviste.
I NUOVI OBIETTIVI
Lo sguardo si è ampliato, non più solo clima, ma anche giustizia sociale e pace nel mondo. Molti i cori “contro il colonialismo e lo sfruttamento”, cartelli e striscioni che chiedono di fermare il genocidio, dando origine a un serpentone che cerca di tenere dentro un po’ tutto, magari senza una propensione specifica su nulla in particolare.
DALLA PALESTINA AL CLIMA
I primi cori sono per la Palestina. “Siamo in piazza contro la guerra, un anno di genocidio e poi Israele ha attaccato ancora il Libano, allargando la distruzione che diverranno cenere e poi terreno per le multinazionali”, urlano i ragazzi al megafono in testa alla sfilata. Ma poi anche “le scuole che ci cadono in testa. Lo Stato che taglia i fondi all’istruzione per finanziare la guerra”, facendo un pastone che mischia tutte le aspirazioni dei giovani: dal pacifismo, all’istruzione, alle infrastrutture decadenti, alla condanna dell’occidente colpevole di un presunto colonialismo non meglio specificato. E in tutto questo marasma di indignazione ci stanno anche i dinosauri “che pensavano di avere tempo”, e invece...
L’AMERICA MADRE DI TUTTI I MALI
Poi arrivano le accuse più specifiche: il primo colpevole individuato dal corteo è l’azienda Leonardo, il gruppo aerospaziale italiano, che diventa un capro espiatorio: “questo museo è finanziato da Leonardo” urlano gli studenti davanti al museo della Scienza. Il gruppo industriale è accusato dai ragazzi di finanziare gli armamenti che distruggono case e scuole a Gaza. E sistemano un razzo di cartapesta davanti il museo. Poco dopo si fermano davanti a una scuola professionale e se la prendono con l’alternanza scuola lavoro. Infine, è la volta dell’America: all’altezza di via Cristoforo Colombo gli studenti urlano slogan contro l’esploratore, colpevole di aver scoperto il continente americano, causa di ogni male del mondo moderno: dalla schiavitù, allo sfruttamento al colonialismo a tutte le ingiustizie possibili…
IL NUOVO OLOCAUSTO
Prima di tornare tutti a casa non poteva mancare quello che in ogni occasione nella quale prende il sopravvento l’incapacità di capire il senso profondo delle parole, i giovani intonano il coro ‘from the river to the sea: Palestine free”… chi glielo spiega che inneggiano a una nuova terrificante forma di olocausto?