Fumo, rapporto Eurispes, stabili i fumatori in Italia, la sigaretta tradizionale resta il prodotto più diffuso

Fumo, rapporto Eurispes, stabili i fumatori in Italia, la sigaretta tradizionale resta il prodotto più diffuso

Fumo, rapporto Eurispes, stabili i fumatori in Italia, la sigaretta tradizionale resta il prodotto più diffuso


Il numero dei fumatori è stabile in Italia, sono tra gli undici/dodici milioni, secondo l’ultimo rapporto Eurispes. Dai dati emerge che la sigaretta tradizionale è il prodotto più usato, mentre la sigaretta elettronica è usata da un fumatore su cinque

Si sono stabilizzati i dati sui fumatori in Italia, sono tra gli undici e i dodici milioni, secondo il Rapporto Eurispes “Il fumo in Italia tra abitudini consolidate e nuove tendenze” dai quali emerge che la sigaretta tradizionale è il prodotto più diffuso (81,4%), seguito dal tabacco trinciato (28,2%), sigaretta elettronica (20,8%) e tabacco riscaldato per il 7,2%. Dai dati emerge anche che le malattie legate al tabacco producono oltre 80 mila morti l’anno.


Il mercato del fumo stabile in Italia

Se il mercato del fumo è in leggera diminuzione nei paesi occidentali, secondo i dati dell’organizzazione mondiale della Sanità, nel nostro Paese si è stabilizzato e la diminuzione nel numero dei fumatori del primo decennio del 2000 si è arrestata. L’81,4% di chi fuma predilige la classica sigaretta, seguita dal tabacco trinciato che ha un 28,2% di estimatori, mentre la sigaretta elettronica è al terzo posto ed è la preferita di un fumatore su cinque (20,8%). Dal rapporto Eurispes emerge anche che il tabacco riscaldato viene scelto dal 7,2% di chi fuma, con un aumento di circa tre punti percentuali rispetto al 2019 e che lo scorso anno sono aumentati anche gli utilizzatori di sigari (12,1% ) e di pipa (5,1%) dei casi.

Per i prodotti a tabacco riscaldato si osserva, rispetto al 2018, un aumento della diffusione di circa tre punti percentuali, superando la pipa, con il 7,2% di utilizzatori. Mentre lo Snus, ovvero il tabacco umido in polvere da tenere in bocca risulta ancora poco diffuso in Italia (2,1%).

Il Rapporto Eurispes mette in evidenza anche che gli italiani sono ben informati sulla differenza tra fumare una sigaretta tradizionale e quella elettronica, ben il 64,3% del campione intervistato è a conoscenza delle diversità, mentre si dichiara poco o per niente informato il 35,7%.


Aumenta l’uso della sigaretta elettronica

Se il 30,5% degli intervistati sostiene che deve smettere di fumare ma non vuole, il 26,3% crede di non riuscirci. Tra chi cerca o vuole smettere di fumare una buona percentuale passa dalla sigaretta tradizionale a quella elettronica. Il 29,3% di chi l’ha provata ha deciso di continuare ad usarla, mentre il 34,8% non l’ha mai provata perché non è convinto del tutto di cambiare prodotto. Rispetto al 2018, l’uso di questo prodotto è aumentato del 5%.


Oltre il 60% degli svapatori si ritiene soddisfatto

I consumatori di prodotti senza combustione prediligono nell'82,7% dei casi l'utilizzo esclusivo dei prodotti a tabacco riscaldato; mentre l'11,8% usa la sigaretta elettronica e solo il 5,5% fuma entrambi i prodotti. Il 60,7% di chi utilizza questi prodotti, si dichiara soddisfatto della propria scelta motivandone, per il 47,7% il minor impatto negativo di questi prodotti sul corpo (denti, pelle, unghie); il 37,3% del campione dice di sentirsi meglio fisicamente, mentre il 15% sottolinea come questo modo di fumare dia meno fastidio a chi gli è accanto. Dai dati Eurispes emerge anche che il 61,3% ottiene la stessa soddisfazione rispetto al fumo tradizionale. Infine il 74% degli svapatori afferma infatti di non sentire la mancanza della gestualità della sigaretta .


Il flop dei centri antifumo

L’indagine svolta dall’Eurispes ha messo in evidenza come i centri antifumo siano sempre meno presi in considerazione da chi vuole smettere di fumare. In Italia sono stimati 292 strutture di questo tipo, che assistono una media di 13.000 cittadini che intendono smettere. Oltre il 90% dei fumatori intervistati dall'Eurispes nel 2019 non si è mai rivolto ad un centro antifumo, mentre tra chi lo ha fatto, circa un terzo ha giudicato questa esperienza negativa. Tra il 2019 e il 2020 una percentuale compresa tra il 50 e il 75% di chi si è rivolto ad un centro antifumo per smettere di fumare, ha poi continuato a farlo.



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