03 luglio 2024, ore 15:00
Nel report presentato in Parlamento, il resoconto dell'attività dell'Autorità nel 2023. Le nuove tecnologie tra benefici e rischi, soprattutto per il lavoro. E la violenza si muove anche in rete
Benefici e rischi dell'intelligenza artificiale, crescente odio online: sono solo alcuni dei temi nella relazione presentata in Parlamento dal Garante per la protezione dei dati personali Pasquale Stanzione, che ha illustrato l'attività svolta dall'Autorità nel 2023.
L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Un anno ricchissimo a partire dalla diffusione di ChatGPT. Una tecnologia inizialmente bloccata vista la raccolta illecita dei dati personali e l'assenza di sistemi per verificare l'età dei minori. Poi riaperta, garantendo maggiore trasparenza agli utenti. L'intelligenza artificiale è ormai parte integrante della quotidianità ed è destinata ad esserlo sempre di più: a spiegarlo è proprio Stanzione, sottolineando che, se ben governata, può rappresentare un fattore di sviluppo positivo. Basti pensare al 65% dei ragazzi che ad oggi utilizza il sistema per studiare, tanto che si stima che 2 maturandi su 3 si siano preparati all'esame del 2024 proprio con ChatGPT. O il caso del mondo del lavoro, con 1 impresa su 4, in Italia, che ha già integrato l'intelligenza artificiale nei suoi processi produttivi. Non solo benefici però, ma anche rischi. "Si ritiene che l'intelligenza artificiale potrebbe sostituire, nei prossimi anni, circa 85 milioni di posti di lavoro creandone, tuttavia, 97 milioni di nuovi, sebbene con un rischio di nuove, ulteriori diseguaglianze" spiega proprio Stanzione, portando ad esempio le disuguaglianze prodotte dal "capitalismo digitale", come i lavoratori della gig economy. Anche per questo l'Europa ha approvato l'AI Act, il primo regolamento al mondo a disciplinare lo sviluppo e l'utilizzo dell'intelligenza artificiale.L'ODIO IN RETE E IL REVENGE PORN
Ma a preoccupare in maniera ancor più tangibile è l'odio sul web, messo in campo da persone reali. Stanzione prende ad esempio "la vicenda di Asia, la ragazza insultata in rete perchè malata" e il caso della ristoratrice "toltasi la vita per non aver retto alla condanna dello spietato tribunale di internet". Messaggi discriminatori che si diffondono anche tramite i giovani contro le minoranze e in particolare contro le donne, con la diffusione sui social di immagini di stupri, spesso di gruppo. Internet diventa così "non solo teatro della violenza ma spesso suo fattore propulsivo", come accade nel revenge porn, con la pubblicazione di immagini intime che configurano "una violenza digitale". Un reato che è in aumento: nel 2023 le segnalazioni sono state 299, il doppio rispetto all'anno precedente. Sono state trattate tempestivamente - spiega l'Autorità - e nella maggior parte dei casi l'esame si è concluso con un provvedimento diretto alle piattaforme coinvolte per ottenere il blocco preventivo della diffusione delle foto e dei video.
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