Garrincha dal calcio all’Italia
16 febbraio 2018, ore 15:06
Ieri il Napoli ha perso in casa per 3-1 contro il Lipsia
Da ieri sera, dalla debacle del Napoli in Europa League, contro il Lipsia, infuria l’eterno dibattito calcistico italiano. Conta o no solo il risultato e dunque ha fatto bene Sarri, impegnato in una storica corsa-scudetto con la Juve, a snobbare l’Europa? Detto che per coerenza il Napoli ha fatto abbastanza pena anche in Champions League, con l’eccezione delle due partite con il City, LA risposta non c’è. Perché gli azzurri non hanno oggettivamente rosa e forza mentale, per reggere su più fronti. La cosa, dunque, assolverebbe l’inguardabile gruppo di ieri sera, ma c’è un ma. Come si può pensare di crescere, maturare, evolvere, come squadra e come ambiente, se si dovesse accettare supinamente prove così imbarazzanti?! Se fosse vero che a contare sia solo il risultato, un’eventuale vittoria della Juventus in campionato - con gli Azzurri fuori da tutto - sancirebbe il fallimento totale dell’Utopia sarriana. Un’esagerazione, a mio modesto avviso. Perché nessuno può negare che il Napoli abbia provato qualcosa di nuovo e diverso, partendo da un collettivo oggettivamente inferiore all’avversario. Forse, la verità è che non può contare SOLO il risultato e che pertanto sportività imporrebbe un atteggiamento più maturo e responsabile. Perché questo non è solo pallone: in nessun altro Paese è ‘normale’ giocare fregandosene. È un problema culturale, di cui il calcio è una scintillante copertina. Da noi, c’è quasi sempre una scusa, un motivo per cui se non dai il massimo, nelle attività quotidiane, la colpa non è tua, ma del sistema, dei ‘poteri forti’, della scuola, della società o - se tutto manca - del destino cinico e baro.
Dite che esagero? Che, alla fine, è solo una partita di pallone, oltretutto dell’Europa League che non frega nulla a (quasi) nessuno? Anche a pallone, però, ormai siamo periferia e il Mondiale ce lo guarderemo in Tv. Sicuri sia tutto un caso?