Gaza, rilasciati gli ultimi ostaggi della prima fase. E Hamas si dice pronta alla seconda

Gaza, rilasciati gli ultimi ostaggi della prima fase. E Hamas si dice pronta alla seconda Photo Credit: AgenziaFotogramma.it
22 febbraio 2025, ore 13:40
Allestiti due palchi, a Rafah e Nuseirat. In cambio Tel Aviv libererà 602 detenuti palestinesi
Sono due i palchi allestiti per la liberazione, tra striscioni propagandistici e file di miliziani armati. I primi due ostaggi sono stati rilasciati a Rafah, nel sud della Striscia. Si tratta di Aver Mengistu, ebreo di origini etiopi di 38 anni, dieci dei quali trascorsi nelle mani di Hamas, e del 39enne Tal Shoham, con cittadinanza israeliana e austriaca, rapito il 7 ottobre del 2023 mentre si trovava con la sua famiglia nel kibbutz di Beeri. Intorno alle 12 invece il rilascio degli altre tre ostaggi nel campo di Nuseirat, al centro di Gaza: liberi il 22enne Omer Shem Tov, che ha baciato la testa di due miliziani accanto a lui sul palco, Elia Cohen e Omar Wankert. Ora sono stati affidati alla Croce Rossa Internazionale. Un sesto ostaggio, Hisham al-Sayed, prigioniero dal 2015, sarà liberato in un altro luogo, sempre a Gaza ma senza cerimonia pubblica. Sono così tutti liberi i 33 ostaggi che secondo l'accordo dovevano essere rilasciati nel corso della prima fase.
LO SCAMBIO CON I DETENUTI PALESTINESI
In cambio di questi rilasci, Tel Aviv libererà 602 detenuti palestinesi. Si stima che 445 persone siano state arrestate nel corso della guerra ma che tra gli altri figurino anche esponenti di spicco di Hamas. Che intanto ha fatto sapere di essere pronta a passare alla seconda fase dell'accordo, dicendosi disponibile a liberare tutti gli ostaggi ancora trattenuti in cambio del cessate il fuoco permanente e del ritiro completo dell'esercito israeliano dalla Striscia. Lo ha dichiarato il portavoce Hazem Qassem, sottolineando che la situazione a Gaza è catastrofica.
IL DOLORE PER I BIBAS
Tutto mentre migliaia di persone si sono radunate a Tel Aviv per festeggiare il ritorno degli ostaggi. Una gioia che non scaccia la commozione per la morte dei Bibas, diventati un simbolo dei rapiti del 7 ottobre: per mesi si era sperato che i due bambini, Kfir e Ariel, e la mamma Shiri, fossero ancora vivi e che potessero riabbracciare il padre Yarden, liberato il 1 febbraio. Giovedì invece Hamas ha restituito i loro corpi, insieme a quello del giornalista Oded Lifshitz. La salma della donna era stata inizialmente confusa con un'altra. È stata rimandata in Israele in queste ore.Argomenti
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