06 novembre 2024, ore 13:30
Il complesso intervento potrebbe non essere l'unico, anche la Regione Lombardia non lascia trapelare nulla sull'esito dell'operazione
L’intervento è cominciato come previsto ieri nel pomeriggio di ieri , e si è concluso. Le due gemelline del Senegal sono sotto osservazione, dal San Gerardo di Monza non ci sono notizie e per il momento non sono programmati bollettini medici, né arrivano indicazioni da parte della regione Lombardia che ha seguito tutta la vicenda delle bimbe unite per la testa, con parte del cervello in comune. L’equipe mista italo- americana, con l’impegno della regione Lombardia, i finanziamenti da un cittadino americano ha studiato il caso per più di tre mesi, prima dell’intervento, che potrebbe essere solo il primo, considerate le difficoltà della situazione. C’è un unico precedente simile in Italia: si tratta dell’intervento in due fasi, effettuato nel 2020 al Bambin Gesù di Roma su due gemelline originarie della Repubblica Centroafricana unite dalla nuca, con cranio e gran parte del sistema venoso in comune. Nel 2018 invece all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo erano state separate due gemelle unite all’altezza del busto ed era stato il primo intervento di questo tipo in Lombardia. Questa volta l’operazione si è presentata con un grado maggiore di complessità, perché parte del cervello è in comune tra le due bimbe. Le bambine hanno solo due anni, finora hanno vissuto in posizione orizzontale, perché impossibilitate a stare in piedi. Esiste una speranza concreta per il loro futuro, sostenuta da un finanziatore americano, che potrebbe permettere loro di condurre una vita con una qualità migliore grazie all’intervento chirurgico.
La preparazione è durata più di tre mesi
L’équipe che ha eseguito l’intervento ha studiato con cura, avvalendosi anche dei modelli in 3D realizzati dal dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Milano che ha permesso ai neurochirurghi di addestrarsi su modelli anatomici di organi che, al tatto, per dimensioni e consistenza, sono una replica perfetta di quelli naturali. Le piccole erano atterrate a Milano a metà luglio insieme ai genitori con un volo dell’Aeronautica militare e avevano raggiunto immediatamente il San Gerardo di Monza, da poco riconosciuto come Irccs proprio per l’area pediatrica oltre che, come centro europeo di riferimento per le malformazioni cranio-facciali su base genetica, le malattie ematologiche rare, le malattie del fegato, le malattie metaboliche congenite e l’oncologia pediatrica. Nessuna comunicazione arriva dal san Gerardo: «Per la riservatezza e la delicatezza del caso- l’unico commento- non diamo nessuna informazione».