Ghiacciai alpini ridotti del 60% in 150 anni, molti a rischio scomparsa, oggi la marcia di Greta Thunberg

Ghiacciai alpini ridotti del 60% in 150 anni, molti a rischio scomparsa, oggi la marcia di Greta Thunberg

Ghiacciai alpini ridotti del 60% in 150 anni, molti a rischio scomparsa, oggi la marcia di Greta Thunberg


11 dicembre 2020, ore 08:00 , agg. alle 14:44

Ghiacciai sempre più a rischio a causa dei cambiamenti climatici, ghiaccio e neve sono sempre meno presenti sulle cime delle Alpi, e oggi torna in piazza l’attivista per il clima Greta Thunberg

I ghiacciai italiani sono sempre più a rischio per colpa dei cambiamenti climatici: dalla perdita di neve e di ghiaccio alla degradazione del permafrost, viene stimato che la superficie di ghiaccio dell'arco alpino si sia ridotta del 60% negli ultimi 150 anni. La situazione che preoccupa di più è quella nelle Alpi Orientali, con il ghiacciaio della Marmolada che in base agli ultimi dati "potrebbe scomparire nell'arco di 15-20 anni". La fotografia viene scattata da Legambiente, in collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano, ed è contenuta nel rapporto sui ghiacciai alpini Carovana dei ghiacciai.

Torna in piazza Greta Thunberg

Oltre al ghiaccio sembrano sciogliersi anche gli impegni presi con l'Accordo di Parigi. Che ormai sembrano insufficienti a contenere la crisi dovuta ai cambiamenti climatici. Ed è per questo che ritorna in piazza Greta Thunberg, con una nuova marcia globale, oggi, per il clima; i 'suoi' ragazzi, i Fridays for future, scenderanno in strada proprio per ricordare la data di quegli accordi, cinque anni fa. "Dobbiamo passare dalle parole ai fatti - ha detto l'attivista svedese - basta con target clima al 2030 o al 2050, servono obiettivi vincolanti annuali di riduzione delle emissioni. In cinque anni sono successe molte cose ma siamo ancora allo stadio del diniego, eppure la crisi climatica non è una cosa del futuro, le persone soffrono ora".

L’analisi di Legambiente

Secondo l'analisi di Legambiente "dalla fine del decennio del 1980 la contrazione dei ghiacciai si è notevolmente accelerata e i delicati equilibri degli ambienti glaciali d'alta quota sono stati sconvolti dal progredire del riscaldamento" globale. Nel settore delle Alpi centrali "procede incessante da numerosi anni la contrazione delle fronti, particolarmente marcata nel 2018". Tra i gruppi montuosi più esposti: il Gruppo Ortles - Cevedale, il Gruppo Badile - Disgrazia e il Gruppo Bernina e anche il Gruppo Adamello. Nelle Alpi occidentali sulla base dei censimenti più recenti sono presenti 300 ghiacciai che occupano una superficie complessiva di 160 chilometri quadrati. I ritiri frontali in alcuni casi possono raggiungere le centinaia di metri come i meno 335 metri al Ghiacciaio del Gran Paradiso nel 2019. Ma per esempio il Ghiacciaio del Grand Etre't (Gran Paradiso) ha perso negli ultimi 20 anni quasi 20 metri di spessore. 

I dati del Comitato glaciologico italiano

Secondo i dati del Comitato glaciologico italiano negli ultimi 150 anni i ghiacciai delle Alpi Giulie hanno visto ridursi il proprio volume del 96% e la propria area dell'82%. Situazione non buona anche per i ghiacciai delle Alpi Occidentali e Centrali: sulle prime sono praticamente scomparsi i ghiacciai delle Alpi Marittime; sulle Alpi Centrali preoccupa lo stato di salute del grande ghiacciaio dei Forni che, con un'estensione areale di circa 11 kmq, è il più esteso in Italia dopo quello dell'Adamello.

Cosa propone Legambiente

Alla luce di questi dati Legambiente propone un pacchetto di 12 punti. E chiede, tra le altre cose, con un appello che il Governo approvi al più presto il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e metta in campo politiche ambiziose sul clima per arrivare a emissioni zero al 2040. "Occorre agire adesso e al più presto, senza perdere altro tempo - spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - se non vogliamo che il riscaldamento climatico produca effetti devastanti e irreversibili sui territori alpini. Un appello che rilanciamo nuovamente a pochi giorni dal quinto anniversario dalla firma degli Accordi di Parigi".


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