Giancarlo Magalli condannato per diffamazione per le frasi su Adriana Volpe, dovrà risarcire la sua ex collega
17 dicembre 2021, ore 12:17 , agg. alle 14:23
Lo ha annunciato lo stesso presentatore televisivo in un post su Facebook, precisando che, a parte le spese legali, non dovrà pagare nè la multa, nè la provvisionale
Giancarlo Magalli è stato condannato per diffamazione e dovrà risarcire i danni ad Adriana Volpe. Lo ha annunciato lo stesso conduttore televisivo in un post su Facebook. "Dato che tra poco la Volpe inonderà il web di comunicati stampa riguardanti la mia condanna esemplare, per un'intervista in cui io parlavo del Me Too e non la nominavo affatto, volevo anticiparla specificando che il giudice mi ha dato una multa (che non devo nemmeno pagare) una provvisionale (che non devo pagare) e le spese legali (che pagherò)", scrive Magalli. "Questo", ha ironizzato il conduttore, "prima che dica che sono stato condannato all'ergastolo o a 10 milioni di risarcimento".
La vicenda riguarda un'intervista, del 22 novembre del 2017, che Magalli rilasciò al settimanale "Chi", nella quale il conduttore parlò, tra le altre cose, del caso Weinstein, del movimento MeToo e del caso Brizzi. La Volpe, in seguito all'intervista, querelò il conduttore ritenendo che alcune allusioni e riferimenti, seppur non espliciti, la riguardassero direttamente e fossero riferiti a lei e alla sua carriera. "Per inciso", ha affondato Magalli nel suo post, "nella causa eravamo imputati io, il giornalista che mi aveva fatto l'intervista ed aveva cercato di farmi parlare della Volpe (assolto) ed il direttore responsabile del giornale che l'aveva pubblicata. Per lui la querela è stata ritirata. E di chi parliamo? Ma di Alfonso Signorini che casualmente è quello con cui da allora Adriana lavora. Coincidenze, eh dipende", ha concluso Magalli.
Intanto arriva anche una lunga replica, affidata ad Instagram, di Adriana Volpe. “Hai scritto cose false e come sempre screditanti. Giancarlo con le tue azioni hai cambiato il corso della mia vita lavorativa ma forse non sai che sei riuscito a tirare fuori una forza che neppure io sapevo di avere. È una battaglia che ho fatto per me, per mia figlia e per tutte le donne che sono vittime di soprusi e angherie sul lavoro”. Poi aggiunge: “Pagherai un mio risarcimento di 25 mila - euro -, ti ricordo, dovrai risarcire tutte le spese legali, dovrai liquidarmi ulteriori danni che verranno quantificati dal giudice civile”. E ancora: "I soldi del risarcimento andranno ad una associazione che tutela le donne vittime di violenza". In conclusione, l'appello anche alla Rai: "Ora che l'autorità giudiziaria si è pronunciata, auspico che la RAI faccia altrettanto, a tutela della sua immagine di TV pubblica".