01 giugno 2022, ore 10:30
Giorgia Meloni, Leader di Fratelli d’Italia, è stata ospite questa mattina a RTL 102.5 durante “Non Stop News” con Giusi Legrenzi, Enrico Galletti e Massimo Lo Nigro
Giorgia Meloni, Leader di Fratelli d’Italia, è stata ospite questa mattina a RTL 102.5 durante “Non Stop News” e ha parlato delle sanzioni nei confronti della Russia, dell’effetto delle sanzioni, della dichiarazione della banca Goldman Sachs, di Matteo Salvini e del Referendum sulla giustizia.
LE SANZIONI NEI CONFRONTI DELLA RUSSIA
“Penso che sia utile che l’Europa si muova compatta in questa fase. Se l’avesse fatto prima e se avesse avuto una politica estera e diplomatica degna del suo ruolo avrebbe potuto fare qualcosa di più per evitare il conflitto. Questa è un’Europa che decide di muoversi solo quando il limite è stato superato, e questo continuo a considerarlo un problema. Mi pare che manchi ancora una materia da affrontare: le sanzioni sono una misura estremamente efficace, ma impattano su qualcuno più di quanto impattino su altri. Continuo a non capire la ragione per la quale il governo italiano non si faccia sentire per ottenere un fondo di compensazione per le nazioni che saranno più colpite dalle sanzioni", ha detto Giorgia Meloni. "Il fondo di compensazione che dal punto di vista di FDI dovrebbe essere finanziato dall’intero occidente. È innegabile che l’impatto della crisi qualcuno lo paga di più, qualcuno di meno, ma è anche innegabile che qualcuno ci potrebbe guadagnare. Come si redistribuisce la responsabilità, così la comunità internazionale deve essere solidale con l’Italia. Il ministro Cingolani ha fatto un buon lavoro per ciò che riguarda il tetto al prezzo del gas, però manca tutta la parte delle compensazioni che Fratelli d’Italia chiede dall’inizio del conflitto”.
IL MECCANISMO DELLE SANZIONI: STANNO FACENDO EFFETTO?
“Credo che nella condizione nella quale ci troviamo le sanzioni sono lo strumento più efficace per cercare di fermare l’aggressione all’Ucraina, per cui sicuramente sono efficaci. Lo sono soprattutto se colpiscono gli altri più di quanto colpiscano noi stessi. Per evitare che ci colpiscano troppo serve che la comunità internazionale si muova", ha risposto il leader di FDI. "Quando la Gran Bretagna uscì dall’Unione Europea, la Commissione Europea stanziò un fondo di compensazione: in questo caso dovrebbe farlo a maggior ragione. L’Italia e altre nazioni saranno quelle che pagheranno il prezzo più alto: non si può chiedere lealtà e non dimostrare solidarietà. Deve essere il governo italiano a dover porre questa questione e non mi pare l’abbia ancora fatto, nonostante FDI l’abbia chiesto ripetutamente”.
LA DICHIARAZIONE DELLA BANCA GOLDMAN SACHS: “SE ALLE ELEZIONI DEL 2023 VINCESSE LA DESTRA I MERCATI PUNIREBBERO IL PAESE”
Come risponde Giorgia Meloni a questa previsione? “Rispondo che alla banca d’affari americana evidentemente interessa una classe politica che tenga insieme tutto e il contrario di tutto con parlamentari disposti a consegnarsi e a svendere pezzi d’Italia pur di non andare a casa piuttosto che un governo scelto dagli italiani per fare gli interessi degli italiani", ha detto la Meloni. "La cosa non mi stupisce molto. Mi stupisce che noi consideriamo ingerenze dell’alta finanza internazionale più importanti del giudizio degli italiani in quella che dovrebbe essere ancora una democrazia”.
Dove si vede Giorgia Meloni tra un anno? “A fare bene il mio lavoro. Per me il personalismo è un grande limite della politica. Spero di vedere FDI al governo di questa nazione con i margini che dicevamo. I voti bisogna prenderli e io preferisco commentarli quando si prendono", ha detto. "Mi piacerebbe, sicuramente, un governo scelto dagli italiani di centro-destra e possibilmente con un ruolo forte per FDI. Penso che questa sia una possibilità per la nazione di fare quello di cui c’è bisogno”.
“MATTEO SALVINI DA L’OK A GIORGIA MELONI PREMIER”: L’HA AVUTO DAVVERO?
“So quello che ne sapete voi, sono dichiarazioni che abbiamo letto. L’ok tendenzialmente al premier nel caso della vittoria del centro-destra al governo lo danno gli italiani perché la nostra regola è che il premier lo debba indicare il partito che arriva primo nella coalizione", ha risposto il leader di FDI. "Nel 2018, quando la Lega fu prima nella coalizione del centro-destra, io fui quella che con maggiore determinazione chiese che fosse affidato l’incarico a Matteo Salvini. Credo che siano le regole migliori. Mi pare normale che Salvini confermi l’esistenza di quella regola, non servono patenti di uno verso l’altro”.
MALUMORI ALL’INTERNO DI FORZA ITALIA, IL VIAGGIO DI SALVINI IN RUSSIA: FDI SONO GLI UNICI SOLIDI
“Noi siamo un partito che non ha polemiche interne e cerchiamo di fare bene il nostro lavoro. Io non considero neanche corretto infilarsi nelle dinamiche degli altri. Seguo con interesse quello che può accadere in particolare nei partiti alleati, non starei lì a sindacare sulle loro scelte e sulle loro discussioni interne, che sono normali. In FDI non ci sono polemiche né discussioni particolari, la nostra linea politica è chiara e condivisa dalla totalità", ha raccontato Giorgia Meloni. "A differenza di quello che leggo sui giornali non mi rallegro se ci sono problemi nella Lega e in Forza Italia, perché queste elezioni vorrei vincerle con loro. Quindi quest’idea che se loro scendono nei sondaggi noi siamo contenti, non mi è chiara. Se prendo un voto più degli altri ma nel complesso la coalizione perde non è un affare. Spero che si possa crescere insieme, avere una maggioranza solida nelle prossime elezioni, fermo restando che la coalizione deve chiarire alcune cose per dimostrarsi compatta”.
12 GIUGNO: REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA
La posizione di Fratelli d’Italia. “La posizione di FDI è favorevole a un pronunciamento dei cittadini in materia di giustizia che è un grande tema sul quale il Parlamento ha storicamente difficoltà a dare risposte necessarie. Poi nel merito di come sono scritti alcuni quesiti referendari, noi non abbiamo fatto mistero di non condividere il quesito che riguarda il tema della custodia cautelare", ha detto Giorgia Meloni. "Così come è formulato, se noi togliamo la possibilità di utilizzare la carcerazione in caso, per esempio, di reiterazione del reato, vuol dire che tu non hai più strumenti per tenere in carcere uno spacciatore. Attenzione, rischiamo una norma che può creare problemi sulla criminalità diffusa. Penso che i cittadini debbano andare a votare ai referendum per la giustizia”.
È alto il rischio che gli italiani non vadano a votare? “Il rischio si corre perché è stata fatta una scelta di chi vuole osteggiare il referendum, intanto sulla data del voto. Possiamo fare finta di niente, ma il motivo per cui abbiamo messo le elezioni amministrative e il referendum il 12 di giugno, che significa anche un ballottaggio il 26 giugno, non mi è molto chiaro. A meno che la scelta non fosse quella di sperare che gli italiani andassero al mare, sia perché nelle amministrative rischia che il centro-destra vada bene, sia perché non si voleva che il referendum raggiungesse il Quorum", ha risposto il leader di FDI. "La corte costituzionale ha bocciato due quesiti referendari che erano tra i più trainanti rispetto al giudizio dei cittadini. Sicuramente non si è data una mano volutamente, vedo anche un certo silenzio dilagante sul tema Referendum e quindi le forze che si muovono contro una riforma della giustizia si stanno ben organizzando”.
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