14 giugno 2022, ore 13:00
Secondo il Pontefice, un lavoro senza giusto salario e senza orario è paragonabile alla schiavitù. Bergoglio sottolinea anche che la guerra sta aggravando il rischio povertà
La Giornata Mondiale dei Poveri ha rappresentato l’occasione per un nuovo appello del Papa. Che ha dedicato la sua attenzione a chi non riesce a tenere il passo perché non ha un lavoro. O a chi ce l’ha ma fa fatica, perché viene sfruttato e sottopagato.
LAVORO, NON SCHIAVITU'
In una lettera, il Pontefice ha scritto: “Non esistono più giusto salario, giusto orario lavorativo, e si creano nuove forme di schiavitù, subite da persone che non hanno alternativa e devono accettare questa velenosa ingiustizia pur di racimolare il minimo per il sostentamento. Bisogna fare un esame di coscienza. Succede che alcuni cristiani, per un eccessivo attaccamento al denaro, restino impantanati nel cattivo uso dei beni e del patrimonio. Sono situazioni che manifestano una fede debole e una speranza fiacca e miope. Sappiamo che il problema non è il denaro in sé, perché esso fa parte della vita quotidiana delle persone e dei rapporti sociali. Ciò su cui dobbiamo riflettere è, piuttosto, il valore che il denaro possiede per noi: non può diventare un assoluto, come se fosse lo scopo principale. Un simile attaccamento impedisce di guardare con realismo alla vita di tutti i giorni e offusca lo sguardo, impedendo di vedere le esigenze degli altri. Nulla di più nocivo potrebbe accadere a un cristiano e a una comunità dell'essere abbagliati dall'idolo della ricchezza, che finisce per incatenare a una visione della vita effimera e fallimentare”. Papa Francesco ha aggiunto che “è urgente trovare nuove strade che possano andare oltre l'impostazione di quelle politiche sociali 'concepite come una politica verso i poveri, ma mai con i poveri, mai dei poveri e tanto meno inserita in un progetto che unisca i popoli. C'è una povertà che rende ricchi, ma non siamo al mondo per sopravvivere, ma perché a tutti sia consentita una vita degna e felice”.
LA GUERRA PORTA POVERTA'
La guerra in Ucraina ha reso ancora più diffuso il rischio povertà. Da Papa Francesco è quindi arrivato l’ennesimo appello per porre fine al conflitto scatenato dalla Russia di Putin. Il Pontefice ha scritto: “Quanti poveri genera l'insensatezza della guerra! Dovunque si volga lo sguardo, si constata come la violenza colpisca le persone indifese e più deboli. Sono milioni le donne, i bambini, gli anziani costretti a sfidare il pericolo delle bombe pur di mettersi in salvo cercando rifugio come profughi nei Paesi confinanti. Quanti poi rimangono nelle zone di conflitto, ogni giorno convivono con la paura e la mancanza di cibo, acqua, cure mediche e soprattutto degli affetti. In questi frangenti la ragione si oscura e chi ne subisce le conseguenze sono tante persone comuni, che vengono ad aggiungersi al già elevato numero di indigenti”.