Giorno della memoria, un invito alla riflessione
27 gennaio 2018, ore 10:31
Il punto di Fulvio Giuliani
Approfondire il senso del Giorno della Memoria è materia di estrema complessità, soprattutto in un Paese come il nostro, che non riesce a far lucidamente i conti con la propria Storia. Anzi, ne fa spesso uso (abuso) a fini elettorali o peggio. L’unico antidoto alla semplificazione e strumentalizzazione della Storia e della memoria è studiare. Un invito apparentemente scomodo, magari noioso, ma vitale. Soprattutto per i nostri ragazzi. In occasione del 27 gennaio, non riesco a pensare a nulla di più utile che suggerire delle letture, ai nostri figli. Le possibilità di scelta sono pressoché infinite, dalle ricostruzioni più accurate e oggettive, alle memorie dei testimoni. Dei sopravvissuti, in questo caso.
Leggiamo, leggiamo e facciamo leggere. Non accontentiamoci di quello che - meritoriamente - si fa a scuola. Non è mai troppo e, soprattutto, nulla può valere come sentire in famiglia il senso della verità storica, anche nei suoi passaggi più vergognosi e insopportabili. Perché c’eravamo anche noi italiani, dalla parte sbagliata della Storia. Come lucidamente ricordato questa mattina, in Nonstopnews, su Rtl 102.5, da Davide Giacalone, gli italiani - dalla promulgazione delle leggi razziali del 1938 - si erano posti fra i carnefici. Dirlo e ricordarlo è importante, come sottolineare i tanti nostri compatrioti che rifiutarono l’orrore. Non tutti, però, certo non la maggioranza silenziosa, inerte e spesso vergognosamente cinica, nell’approfittare dell’epurazione degli ebrei.
Non fummo tutti Giusti. Sottolinearlo fa risplendere ancora di più il coraggio e l’abnegazione di chi non girò la faccia - perdendola per sempre - dall’altra parte.
Non fummo tutti Giusti. Sottolinearlo fa risplendere ancora di più il coraggio e l’abnegazione di chi non girò la faccia - perdendola per sempre - dall’altra parte.