Giovane uccisa in casa nel vicentino, si suicida il ricercato; Alessandra Zorzin lascia il marito e una bimba

Giovane uccisa in casa nel vicentino, si suicida il ricercato; Alessandra Zorzin lascia il marito e una bimba

Giovane uccisa in casa nel vicentino, si suicida il ricercato; Alessandra Zorzin lascia il marito e una bimba


Dopo aver ucciso la 21enne di Montecchio Maggiore, la guardia giurata quarantenne ricercata per l'omicidio si è data alla macchia; l'uomo si è suicidato in auto; Alessandra, madre di una bimba di due anni è la seconda vittima nella provincia di Vicenza in pochi giorni

Dolore, commozione e anche choc per la morte di Alessandra Zorzin, uccisa a 21 anni in casa da un uomo, una guardia giurata quarantenne, conosciuto da poco  volta, che dopo averle sparato si è dato alla fuga e poi si è ucciso. Le ricerche delle forze dell'ordine erano andate avanti tutto il giorno  fino al suo ritrovamento del corpo senza, nella sua auto, in zona Vicenza Ovest. Il 38enne padovano Marco Turrin, residente a Vigodarzene (Padova), guardia giurata era stato subito il principale sospettato dell'omicidio di Alessandra.  Inutili i tentativi di rianimarlo. Un solo colpo al volto, sparato da vicino, senza possibilità di scampo.

Ancora una volta una donna uccisa

E' l'epilogo dell'ennesimo femminicidio, il secondo in cinque giorni, nella provincia di Vicenza che ha spento a Montecchio Maggiore la vita di Alessandra Zorzin, una ragazza di 21 anni, sposata e madre di una bimba di due. Secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti, l'assassino, con tutta calma è poi uscito dalla casa della vittima, è risalito nell'auto che aveva lasciato nel piazzale antistante l'abitazione nella frazione Valdimolino e si è dato alla fuga. Di lui i Carabinieri, sulla base delle testimonianze, sanno che era un frequentatore abituale della casa,  aveva l'arma in dotazione per lavoro e abitava nel Padovano, a Vigodarzene. Ad incrociarne lo sguardo dopo l'omicidio è stata la titolare di una trattoria: "L'ho visto andare via, camminava con andatura normale, non di fretta - ha raccontato la donna - come se nulla fosse accaduto".

La ricostruzione

Sono le 11 di mattina quando Alessandra apre la porta: è sola in casa, non è andata nel negozio di parrucchiere di Vicenza dove lavora e la figlia è al nido. E' un incontro abituale, riferiscono i vicini, una presenza maschile diventata da qualche tempo particolarmente assidua. Ma qualcosa in quella visita non segue il solito copione, i vicini sentono prima le urla di un litigio poi un rumore sordo che definiscono "inquietante". E' proprio il presagio che possa essere accaduto qualcosa di brutto a spingere chi vive accanto a suonare invano il campanello di Alessandra. Mentre la vettura del killer prende la via della fuga. I vicini cercano allora il marito, l'unico ad avere le chiavi di casa. Trova la moglie stesa nel letto della camera, senza vita. Chiama i Carabinieri, attende l'arrivo del pm Luigi Salvadori e risponde a tutte le domande degli investigatori. Alessandra e il marito vivevano da un anno e mezzo a Montecchio Maggiore. Delle loro vita familiare resta traccia nei tanti post sui social della ragazza.

Due delitti con vittime donne in pochi giorni

Quanto accaduto ad Alessandra ha destato particolare impressione: segue solo di cinque giorni il femminicidio di un'altra donna, Rita Amenze, 33enne freddata a colpi di pistola dal marito Pierangelo Pellizzari nel parcheggio dell'azienda di Noventa Vicentina dove la donna lavorava. "Gli abitanti di Valdimolino sono sconvolti. Si tratta di una comunità molto tranquilla e nessuno sa spiegare questo terribile gesto - afferma il sindaco di Montecchio, Gianfranco Trapula - ancora una volta, purtroppo, ai danni di una giovane donna e giovane mamma". Per il Presidente della Provincia di Vicenza, Francesco Rucco rabbia e incredulità  devono lasciare il posto ora a segni concreti. "Invito i colleghi sindaci a mettere le bandiere a mezz'asta per ribadire la nostra ferma condanna contro ogni forma di violenza - ha dichiarato- e come impegno a promuovere concretamente la cultura del rispetto." 


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