Giro d'Italia: sul fiume Piave, nel cuore della Storia
24 maggio 2024, ore 16:00
Il 24 Maggio 1915 una data simbolo sul fiume della Grande Guerra: la Corsa rosa sui sentieri del conflitto del primo conflitto Mondiale
Come si fa a non scrivere qualcosa se il 24 maggio, al seguito del Giro d’Italia, passi il Piave e ne raggiungi la foce? Non si fa e qualcosa la si scrive.
LA STORIA
19esima frazione, partenza Motegliano, traguardo Sappada. Udine. Friuli. Nel 1915 qui passava il confine tra un’Italia inquieta e l’impero Austroungarico. Gli Italiani avevano raggiunto l’unità pochi anni prima, nel secolo precedente, 1861. Nel 1870, presa di Porta Pia, lo Stato Pontificio viene annesso all’Italia e l’anno successivo Roma divenne capitale del Regno. Un’unione agognata, faticosa e sanguinosa, ma ancora incompleta. I moti Risorgimentali e le guerre di indipendenza contro l’Austria formarono buona parte del Regno d’Italia, ma il nordest, alla vigilia della Grande Guerra, era ancora sotto il dominio dell’impero Asburgico e questo confine era una ferita sul petto e nel cuore di chi credeva nei valori della Nazione, e voleva riscattare quelle parti d’Italia definite “Terre irredente”. La Guerra di Montagna è racchiusa nella cosiddetta “Epica” del Piave, il Fiume sacro alla Patria. Quel “venerato” Fiume, fu attraversato il 24 Maggio, dalle truppe italiane in marcia verso il fronte, dopo la dichiarazione di Guerra all’Austria-Ungheria, come ricorda la celebre Canzone del Piave che esalta quel giorno.Ma il Piave racconta molto di più di quello storico passaggio dei Fanti italiani sopra i suoi ponti. Esso rappresenta la linea rossa, l’invalicabile frontiera, la barriera del coraggio eroico, del sacrificio estremo, il luogo da cui, sbarrato il passo all’avanzata nemica, i soldati italiani lanciarono l’irresistibile controffensiva che annientò quello che era considerato uno dei più forti eserciti del mondo.
LA LEGGENDA
Sappada, poi, con i ponti sul Piave, ha un legame particolare. I vecchi del posto, nei tempi antichi, sostenevano che i Ponti sul Fiume Sacro fossero opera di creature magiche che comparivano per costruire e scomparivano quando il ponte era edificato, ma in cambio volevano l’anima del primo essere vivente che li attraversava. Allora i saggi del paese facevano in modo che i primi ad attraversarli fossero degli animali e beffavano gli Spiriti bizzarri. Sappada è pregna di storia, sportiva e non solo. Il Giro, qui, è di casa, come molti sport invernali. Ha una storia recente di contesa tra il Veneto e il Friuli, diventata provincia di Udine solo nel 2017, una regione, quella friulana, emblema della ricostruzione dopo il terremoto che devastò la zona nel 1976. Il filo rosso, anzi rosa, che tiene insieme tutto: lo sport, la Storia, la vita e la morte, il sangue e l’acqua, il sacro e il profano. Il Giro è italiano e racconta anche questo: un Paese a volte diviso, spezzato da contrasti apparentemente insanabili, ma con sulle spalle un baglio importante eroico e tragico, con lo sfondo comune di una struggente bellezza.