Giro d’Italia Women, la sesta tappa a Liane Lippert, Longo Borghini difende la maglia rosa
12 luglio 2024, ore 16:30
Si impone la tedesca, Longo Borghini resta in rosa, domani la sfida in montagna
LA GARA
La sesta tappa, 159km da San Benedetto del Tronto a Chieti, la più lunga del Giro d’Italia Women, va a Liane Lippert. La tedesca vince in volata, davanti a Ruth Edwards e Erica Magnaldi, conquistando la decima vittoria in carriera. “Ho passato dei mesi difficili, voglio ringraziare coloro che hanno creduto in me" ha dichiarato Lippert, riferendosi ad un brutto infortunio che l’aveva tenuta ferma tra dicembre e aprile. Ma sotto il sole cocente, gli occhi erano puntati anche su un altro scontro, quello tra Elisa Longo Borghini e Lotte Kopecky, a soli tre secondi di distanza. A 2 km dall’arrivo lo scatto della belga: ma Longo Borghini la riprende e difende con successo la sua maglia rosa. Niente di nuovo quindi in classifica generale. L’attesa è tutta per domani, con la frazione regina di questo Giro d’Italia Women, sulla montagna dura del Blockhaus.
LA CORNICE
Lungo la dorsale adriatica corre la sesta tappa del giro d’Italia Women, tra monti e mare, da San Benedetto del Tronto a Chieti. Una tappa lunga da affrontare sotto un sole feroce. San Benedetto è pigra e accaldata, le sue spiagge sono una distesa di ombrellini colorati aperti. Nonostante la corsa parta presto, intorno alle 10, il caldo stritola. L’Adriatico, in questo tratto, è pulito, insignito dalla bandiera blu che ne certifica la purezza. Il lungomare corre di fianco agli stabilimenti, e entra nel porto. Un museo a cielo aperto sul molo sud, racconta di marinai e di gabbiani: questo tratto è soprannominato Jonathan’s way in onore del pennuto di Richard Bach. E poi, il borgo medievale nella parte alta, che custodisce una villa romana marittima del I secolo a.C. Chieti, nel suo nucleo antico, a 330 metri sul livello del mare, è la ’terrazza d’Abruzzo’. Scorci suggestivi si aprono dalle alture del borgo: a est il mare a ovest il Gran Sasso, in una sorta di fortezza inespugnabile. Forse Achille, l’eroe omerico, che la leggenda racconta essere il fondatore della città, aveva proprio l’intento di custodirla. E la dedica alla madre, Teti dalle quale prende il nome antico Teate. E Chieti lo onora, nel proprio stemma, che rappresenta l’eroe su un destriero con scudo e lancia… sembra cristallizzare quell’idea di protezione della città/madre.
_(Ha collaborato Ludovica Marafini) _