Gite scolastiche: un ragazzo su due non partecipa, si rinuncia per diversi motivi, pesa anche la crisi

Gite scolastiche: un ragazzo su due non partecipa, si rinuncia per diversi motivi, pesa anche la crisi

Gite scolastiche: un ragazzo su due non partecipa, si rinuncia per diversi motivi, pesa anche la crisi


Il classico viaggio d'istruzione, con almeno una notte fuori casa, è in crisi. Una scuola su tre non ne organizzerà neppure uno per quest'anno. Mancano i prof disposti ad accompagnare gli alunni e molti ragazzi non possono partecipare

Nel 1983 Pupi Avati realizzò il film "Una gita scolastica", un piccolo e delicato capolavoro, in cui descriveva le atmosfere indimenticabili e rarefatte del primo viaggio di istruzione di un gruppo di liceali bolognesi, ricordate da una partecipante, ormai avanti con gli anni.  Quarant'anni fa il viaggio d'istruzione rappresentava per i ragazzi  un'occasione rara, se non unica, di uscire di casa per qualche giorno senza genitori. Una possibilità di esplorare luoghi anche all'estero insieme ai coetanei, un'esperienza di socialità e di viaggio insieme, che per i giovani di allora non era così frequente come è oggi. Eppure, anche per i ragazzi della generazione Zeta,  la gita scolastica appare oggi un'occasione affascinante, a cui però, secondo quanto rileva un'indagine realizzata dal portale Skuola.net, molto spesso si rinuncia.

Un ragazzo su due non va in gita

La metà degli studenti delle scuole secondarie, secondo questo sondaggio,  dovrà rinunciare quest'anno al tradizionale viaggio di istruzione, quello con il pernottamento fuori casa. Il primo ostacolo nell'organizzazione delle gite è la mancata disponibilità dei prof a fare da accompagnatore. Un terzo abbondante (34%) dei casi di rinuncia al viaggio d'istruzione è motivato dal rifiuto dei docenti a prendersi la responsabilità di vigilare su decine di adolescenti in gita. Ma in quasi 1 caso su 4, dietro al no alla gita, ci sono proprio questioni economiche, esplicite (il 15% fa notare che la gita sarebbe costata troppo) o implicite (il 7% dice che non si è raggiunto un numero sufficiente di partecipanti). Una quota maggiore anche rispetto a quanti sono stati fermati per motivi disciplinari (17%). (

La mancata partecipazione non dipende solo dai costi

D'altro canto un quarto di chi sceglie di andare in gita lo fa considerando positivamente il peso dei costi di viaggio (considerando albergo, trasporti, pasti, ecc.).  E, più in generale, la spesa finale è stata presa in grande considerazione in 2 casi su 3. Solo muovendo da queste premesse la mappa attuale degli spostamenti degli studenti diventa più comprensibile. Si assiste, infatti, a una sorta di fuga dalle destinazioni estere, sicuramente più care:  ben 3 studenti su 4 resteranno all'interno dei confini nazionali. Giusto alle scuole superiori i viaggi all'estero salgono di poco (31%), probabilmente spinti da quelli svolti dai ragazzi dell'ultimo triennio e, soprattutto, dai maturandi. Di contro, per le classi medie, le gite "italiane" sfiorano il 90% del totale. Quasi la metà (43%) delle gite che prevedono di dormire fuori sono state o saranno tra i due e i tre giorni. Per quanto riguarda, poi, la spesa, in 2 casi su 3 il budget per il pacchetto viaggio più soggiorno non supererà i 400 euro, anche se 1 su 5 riuscirà addirittura a stare sotto i 200 euro. Altrettanti, invece, dovranno mettere in conto di spendere una cifra compresa tra i 400 ed i 600 euro, mentre 1 su 7 è andato oltre. Tuttavia, non sempre la mancata adesione dei singoli è legata alla scarsità di risorse finanziarie. Tra gli studenti che hanno deciso di non aggregarsi alla propria classe in partenza, ad esempio, la motivazione più diffusa (così nel 36% dei casi) è il mancato desiderio di socialità, che prevale sui motivi economici (30%) o sulla diffidenza dei genitori (17%)


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