Giurato numero 2, la recensione dell’ultimo film di Clint Eastwood
Giurato numero 2, la recensione dell’ultimo film di Clint Eastwood Photo Credit: Ufficio Stampa Warner Bros. Discovery
18 novembre 2024, ore 15:30 , agg. alle 16:29
Nel suo primo weekend nelle sale italiane, ha incassato oltre un milione di euro piazzandosi al terzo posto tra i film più visti
Il suo nome è sinonimo di cinema. La sua carriera, sia davanti che dietro la macchina da presa, ha riempito alcune delle pagine più importanti della storia della settima arte. Clint Eastwood, alla veneranda età di 94 anni, firma il suo ultimo film intitolato “Giurato numero 2” che, da giovedì 14 novembre è nelle sale del nostro paese. Un dramma morale dai contorni sfumati, una storia precisa e appassionante che dimostra ancora una volta la grande bravura del cineasta di saper maneggiare gli ingranaggi del cinema. Nel suo primo weekend di sfruttamento, la pellicola si è posizionata al terzo posto tra i titoli più visti in Italia con oltre un milione di euro raggiunti.
GIURATO NUMERO 2, TRAMA E CAST DEL FILM
La pellicola distribuita da Warner Bros. Pictures segue le vicende del padre di famiglia, Justin Kemp il quale, durante il suo compito di giurato in un processo per omicidio di alto livello, si trova combattuto da un serio dilemma morale, ossia se influenzare il verdetto della giuria e potenzialmente far condannare—o far assolvere—l’uomo accusato di omicidio. Il cinque volte premio Oscar Clint Eastwood, dirige una sceneggiatura di Jonathan Abrams e produce la pellicola assieme a Tim Moore, Jessica Meier, Adam Goodman e Matt Skiena. Il team principale include collaboratori di lungo corso del regista, come il direttore della fotografia Yves Bélanger, lo scenografo Ron Reiss, il montatore premio Oscar Joel Cox e la costumista candidata ai BAFTA, Deborah Hopper.
Protagonisti del film sono, Nicholas Hoult (l’imminente “Superman”, “The Menu”), la candidata all’Oscar, Toni Collette (l’imminente “Mickey 17”, “Il 6° senso”), il premio Oscar, J.K. Simmons (“Whiplash”), Chris Messina (“Air”, “Based on a True Story”), Gabriel Basso (“The Night Agent”), Zoey Deutch (“The Politician”, “Zombieland: Double Tap”), Cedric Yarbrough (“Unfrosted”), Leslie Bibb (“Palm Royale”, “Tag”) Kiefer Sutherland (“Designated Survivor”, “24”); della pellicola fanno parte anche, Amy Aquino (“Bosch”) e Adrienne C. Moore (“Orange Is the New Black”).
UN DILEMMA MORALE DA CUI NON SI PUÒ SFUGGIRE
Lineare, limpido e classico nella forma. Complesso, torbido e sfaccettato nella sostanza. Se fosse il canto del cigno del grande maestro, sarebbe una chiusura col botto. “Giurato numero 2” è un film semplice, che rifiuta di essere un giallo intrigato, tanto da sciogliere i dubbi dello spettatore fin da subito. Quello che interessa a Eastwood è mettere il pubblico davanti ad una scelta morale complicata, dove è impossibile prendere posizione senza prima riflettere lungamente. Un cinema fatto di gesti, di piccole azioni ben calibrate che aiutano la storia ad acquistare spessore. Il regista toglie gli steccati che separano bene e male e si diverte a mettere in difficoltà lo spettatore. Ci si affeziona a tutti i personaggi coinvolti, si prova empatia per ognuno di loro e non è facile determinare chi abbia torto e chi ragione. In “Giurato numero 2” poi è presente una lucidissima critica al sistema giudiziario contemporaneo e alle falle che spesso non vediamo e che a volte possono determinare il corso della vita di un essere umano. Il finale è aperto, volutamente senza un presa di posizione ben precisa, anche se forse l’opinione del regista sembra essere piuttosto chiara ed evidente. Ma quel punto interrogativo che chiude la storia, chiama in causa lo spettatore e lo invita a deliberare. Sta negli occhi di chi guarda il compito di farsi un’idea sulla vicenda, anche se forse non sarà facile.
La giustizia sarà anche cieca, come recita una frase nell’incipit del film, ma Eastwood ci vede ancora benissimo.