Giuseppe Conte a RTL 102.5: "Sull'Ucraina Draghi ha seguito agenda Washington”, Meloni? "Con voto in primavera sarebbe arrivata al 40%"
Giuseppe Conte a RTL 102.5: "Sull'Ucraina Draghi ha seguito agenda Washington”, Meloni? "Con voto in primavera sarebbe arrivata al 40%"
23 settembre 2022, ore 10:01
Il capo politico del M5S, Giuseppe Conte è stato ospite questa mattina a RTL 102.5 in Non Stop News con Barbara Sala, Enrico Galletti e Luigi Santarelli
LE ULTIME ORE PRIMA DELLE ELEZIONI
“Il confronto con i cittadini è stato molto utile da nord a sud, ho avuto la possibilità di ascoltare, di rappresentare i nostri obiettivi. Questa nuova legislatura deve essere l’occasione per completare anche un progetto di trasformazione della società, dobbiamo sempre vigilare perché i privilegi sono sempre dietro l’angolo. In piena campagna elettorale i partiti hanno votato l’innalzamento del tetto degli stipendi dei dirigenti dello Stato che già guadagnano diecimila euro netti al mese. Questo in piena campagna elettorale. Occorre una forza che faccia da cane da guardia e che tenga alta l’asticella dell’intero sistema politico e questo non può che essere il M5S”.
M5S-PD
Bonaccini ha detto che dopo le elezioni bisognerà riaprire il dialogo tra M5S e PD. “Rispondo a Bonaccini come a qualsiasi dirigente del PD: dopo quello che è stato fatto al gruppo dirigente attuale, dopo la manifestazione di cinismo opportunistico, di spregiudicatezza e disinvoltura politica, per cui hanno abbracciato una fantomatica agenda Draghi, hanno continuato a prospettare un prodotto politico che non esiste perché Draghi ha detto che non esiste, con noi non sarà possibile sedersi a un tavolo e far finta di nulla, non siamo disponibili a questo. La fiducia è la prima questione, il primo ingrediente per poter costruire qualcosa. Vedremo in futuro come si evolverà la storia interna del PD, quali agende abbracceranno, come ripenseranno a questi errori politici che hanno commesso e poi se ne discuterà. Saremo molto più duri e intransigenti quanto non lo siamo stati fin qui”.
C’è una incompatibilità con la guida di Letta? Se il PD dovesse mettere in discussione la segreteria di Letta? “Chiaro che sono delle decisioni del gruppo dirigente attuale e del segretario. Come posso sedermi a un tavolo con la forza politica che ha scritto la norma su un mega inceneritore a Roma, me l’ha portata e mi ha messo quattro dita negli occhi e d’accordo con Draghi ha investito in un decreto che non c’entrava assolutamente nulla?”.
CON QUALI ALTRI PARTITI IL M5S SAREBBE DISPOSTO A PARTECIPARE A UN GOVERNO?
“Il M5S ha come obiettivo realizzare un programma. Nel 2013-2018 il M5S era all’opposizione, ovviamente andando nell’ultima legislatura abbiamo realizzato l’80% del programma. Noi miriamo alla guida del Paese, anche perché abbiamo dimostrato che addirittura nella fase più traumatica che il Paese ha attraversato dal secondo dopoguerra ad oggi, abbiamo dimostrato di non perdere lucidità e di ricostruire le premesse con decisioni coraggiose. Pensi solamente al blocco dei licenziamenti mai attuato nell’emisfero occidentale. Se ci fosse stato un altro esponente noi il blocco dei licenziamenti ce lo sognavamo. Ecco perché dico occorre un governo tecnico che abbia visione, lungimiranza, ami questo Paese e i cittadini soprattutto i non privilegiati, e offra e abbia la responsabilità di decisioni importanti e forti”.
LA RUSSIA
“Non l’ho fatto io l’accenno al pericolo nucleare, purtroppo l’ha fatto Putin, il che conta molto di più di quello che penso io. Una prospettiva che abbiamo abbracciato seguendo Washington, Londra, nell’UE è mancata quella volontà da parte dei leader di cercare di indirizzare la strategia verso una via d’uscita che non c’è adesso”.
“GLI ERRORI DI DRAGHI” SULL’UCRAINA
Qual era la via d’uscita? “Macron ha tentato ma è rimasto isolato, non rivelo verità nascoste basta leggere le interviste. Lui è l’unico che ha capito e ha colto, tutto gli si può su dire meno che in politica estera non stia sul pezzo. Lui ha detto che è importante anche che nel negoziato di pace sia l’UE ha determinato una svolta e ad avere un ruolo importante, anche un negoziato di pace fatto tra Washington e Mosca farebbe perdere credibilità politica all’UE. Una guerra in Europa, in casa nostra, non contiamo nulla neppure nel negoziato di pace? Non c’è stata questa determinazione. Non abbiamo avuto dubbi come M5S di condannare subito la Russia e di sostenere pienamente l’Ucraina. Noi abbiamo superato quelle remore che avevamo e abbiamo detto sì anche agli aiuti militari. Regno Unito e Stati Uniti stanno rifornendo l’Ucraina di tutto punto e di tutte le più sofisticate armi tecnologiche. Qui manca qualcuno che dia una mano per un negoziato di pace e non se ne parla più. Bisogna sedersi a un tavolo. Non c’è nessuna certezza, la certezza però è che noi stiamo accettando il rischio che si scateni l’utilizzo nazionale militari nucleari di armi chimiche di cui la Russia è pienissima, più li spingiamo a una condizione di debolezza e più questo rischio aumenta”.
SANZIONI
Le sanzioni? “Le sanzioni bisogna mantenerle, bisognava reagire con forte principio unitario del fronte occidentale e continueremo a mantenerle anche se qualcuno adesso ci dimostrasse che sono più sconvenienti per noi che per la Russia, dobbiamo mantenerle per principio. La Russia si muove in una logica che bisogna cercare di afferrare, non di giustificare, ma di afferrare per indirizzare a un negoziato di pace. Si parla di problemi di sicurezza nazionale per la Russia, un territorio di confine, e poi di tutela delle minoranze russe che sono in quelle aree contese. Il rischio è più depressione economica, altro che bollette di adesso”.
IL REDDITO DI CITTADINANZA
“I percettori del reddito di cittadinanza sono due milioni e trecento mila. Si può pensare che ci sostengano solo quelli che prendono il reddito di cittadinanza? Una follia. C’è molta attenzione al sud, ma io sono stato più volte al nord, mi son candidato a Milano. Abbiamo portato duecentonove miliardi dall’UE imprimendo una svolta pazzesca che nessuno pensava possibile. Ottanta di quei duecentonove vanno al sud, il resto al nord. Durante la pandemia la regione più in ginocchio era la Lombardia, i centoquaranta miliardi erogato con cinque variazioni di bilancio, lasciando i conti ben in ordine perché abbiamo imposto un rientro eccezionale della curva del debito, quei soldi erogati e quelle decisioni per chi le ho prese soprattutto? Non possiamo giocare sull’immagine perché c’è la campagna elettorale. Sa qual è la regione che ha aperto più cantieri con il superbonus? Il Veneto, ma anche la Lombardia ha fatto faville. Adesso siamo la locomotiva d’Europa nel campo delle costruzioni, eravamo il fanalino di coda. Il governo dei migliori tanto decantato perché non ha adottato qualche misura che ci ha aiutato ad affrontare questa emergenza?”.
GIORGIA MELONI
“Ciò che ha favorito la scelta di Giorgia Meloni è stato lo stallo e la tecnica del rinvio che il governo dei migliori ha adottato. Da febbraio, marzo ho denunciato tutto pubblicamente. Già avevamo un caro bollette, energia, era tutto scritto. Non c’è stata nessuna iniziativa forte e nessuna sul piano interno. Abbiamo avuto i sei euro lordi al mese per i lavoratori al mese, cose ridicole. Tutto questo ha favorito l’ascesa di Giorgia Meloni. Se qualche ascoltatore pensa che è stato improvviso pensare di poter andare alle elezioni visto che Draghi non aveva risposto e che dovevamo continuare con la tecnica dell’invio e dell’inerzia, le elezioni bisognava comunque celebrarle prima o poi, c’è scritto nella nostra Costituzione che massimo a marzo saremmo andati a votare. Pensate che a marzo avremmo risolto il problema della guerra, dell’emergenza energetica e di tutti i problemi adesso sul tavolo? Avremmo avuto Giorgia Meloni al 40%. Chi fa questi discorsi sa ben poco di politica”.