27 novembre 2023, ore 19:00 , agg. alle 19:12
La mossa arriva proprio nel momento in cui si è riaperto un fronte di scontro con le toghe. Le parole del ministro della Difesa Crosetto, infatti, sul complotto di settori della magistratura contro la compagine ministeriale hanno creato non poche polemiche
Sul fronte-giustizia, il governo di Giorgia Meloni si prepara a varare nuove misure: è allo studio la possibilità di inserire test psico-attitudinali per l’ingresso in magistratura. L’ipotesi, sulla falsa riga di quanto avviene per forze di polizia e forze armate - si apprende - è emersa in mattinata durante la riunione preparatoria del Consiglio dei ministri. Come spiegano più fonti, l’ipotesi è nata da un’osservazione avanzata dal governo al tavolo con i tecnici. La norma, precisano fonti dell’esecutivo, non era nelle bozze dei provvedimenti, ma sul pacchetto di misure sono ancora in corso riflessioni, se ne riparlerà. Via libera invece dal Cdm alle pagelle per le toghe.
LA MOSSA
E la mossa del governo arriva proprio nel momento in cui si è riaperto un fronte di scontro i magistrati. Le parole del ministro Crosetto al Corriere della Sera, infatti, sul complotto di settori della magistratura contro la compagine ministeriale hanno creato non poche polemiche. Dal Pd è arrivata alla presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo, la richiesta di calendarizzare un’audizione del ministro della Difesa Guido Crosetto, dopo le sue dichiarazioni sulla magistratura, mentre altri gruppi d’opposizione, come il Movimento 5 Stelle, chiedono che il ministro riferisca comunque in Aula, oppure davanti al Copasir. Memore della ''persecuzione giudiziaria'' nei confronti del suo leader Silvio Berlusconi, Forza Italia invece fa quadrato attorno a Crosetto e spinge per una riforma della giustizia a 360 gradi, sia penale che civile, puntando sui cavalli di battaglia di sempre: la separazione delle carriere, l'introduzione della parità tra accusa e difesa.
FI
''Non ci meravigliamo che ci sia qualcuno all'interno della magistratura che voglia intralciare l'azione del governo di centrodestra'', dice Raffaele Nevi, portavoce nazionale azzurro, che ricorda: ''Del resto, da 30 anni a questa parte, ci sono sempre state tra i giudici frange ben organizzate che usano la giustizia a fini politici: il presidente Berlusconi ne sa qualcosa, contro di lui c'è stata una vera e propria persecuzione giudiziaria...''. Per Fi, spiega Nevi, la ''soluzione'' è "fare innanzitutto la riforma della giustizia di ordine costituzionale, che abbiamo presentato in Parlamento, ora all'attenzione della commissione Affari costituzionali di Montecitorio. Noi andremo avanti con grande determinazione, difendendo le nostre proposte di riforma e non dubitiamo che tutta la maggioranza sia pronta a confrontarsi sui questi temi, come ha dimostrato Crosetto nelle sue ultime dichiarazioni''.
IV
Per Roberto Giachetti, di Italia viva, «magari Crosetto dovrebbe venire accompagnato anche dal ministro della Giustizia». La posizione di Iv è evidentemente diversa: «Non mi stupisce che, come sempre è accaduto fin qui, davanti a un’iniziativa del parlamento o del governo di modifica strutturale o anche meno del piano giustizia, il sindacato dei magistrati alzi gli scudi e gridi all’attentato alla Costituzione. Quel che mi preoccupa è invece il silenzio del ministro Nordio, che non parla nemmeno più di separazione delle carriere o intercettazioni: Nordio venga a spiegare quali sono le intenzioni del governo rispetto all’attuazione dei rivoluzionari impegni di riforma che si erano assunti sulla giustizia in campagna elettorale».
Il M5S
La capogruppo del M5S nella stessa commissione Giustizia, Valentina D’Orso, fa un’identica sollecitazione a Crosetto a riferire in Parlamento, accompagnandola però con un invito a denunciare «con elementi concreti, se ne ha, quelle accuse». Dice D’Orso: «Il ministro Crosetto ha lanciato accuse gravissime tramite un’intervista. Si rechi in procura se ha elementi concreti con cui supportare quelle accuse. Le sue improvvide dichiarazioni hanno ringalluzzito quegli esponenti politici, in particolare di Forza Italia, che non perdono occasione per rilanciare la separazione delle carriere come madre di tutte le riforme, come priorità assoluta, come argine alla magistratura. Così facendo hanno svelato ancora una volta qual è il vero obiettivo di tutto il governo Meloni: addomesticare le Procure, assoggettare il potere giudiziario a quello esecutivo, in modo che il governo possa spadroneggiare indisturbato sulla Costituzione e sulle norme internazionali».