03 dicembre 2024, ore 12:40
Il report pubblicato dalla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza scatta una fotografia preoccupante dei nostri adolescenti
Sono stati pubblicati questa mattina i risultati di un’indagine conoscitiva a cura della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Dallo studio emerge un ritratto sconfortante che tratteggia situazioni di disagio pericolose per gli adolescenti. Dai fenomeni di autolesionismo alle azioni violente delle baby gang, passando per le dipendenze più diffuse.
Le baby gang
Sul fronte dei reati commessi dai più giovani e collegati al fenomeno della violenza, dal report emerge un incremento delle denunce. Tra il 2010 e il 2022, infatti, risultano in aumento (del 15%) le segnalazioni di reati commessi da minorenni. Nel 2023 circa 1 minorenne su 4 (il 40% degli studenti che non hanno ancora raggiunto i 18 anni) ha partecipato a risse; il 14% si è ritrovato coinvolto in episodi di violenza collettiva (il 7,6% dopo aver bevuto o usato sostanze), il 6% ha danneggiato intenzionalmente beni pubblici o privati (il 4,2 % dopo aver bevuto o usato sostanze). In generale, l'8,1% degli studenti minorenni ha avuto 'problemi' con le forze dell'ordine.
Non mancano anche i reati informatici: complice una diffusione capillare dei social network, le segnalazioni nel 2022 hanno raggiunto quota 286 (erano appena 53 nel 2010). Sextortion e revenge porn sono i crimini più comuni, ma ovviamente non mancano gli episodi di cyberbullismo. A preoccupare di più le famiglie e le scuole sono le famose “challenge”: sfide e prove da superare riprendendosi con il telefonino e pubblicando online che, spesso, si rivelano così pericolose da costare la vita ai ragazzini che si cimentano.
Molti gruppi di adolescenti si organizzano in vere e proprie bande. Nel nostro Paese ogni gruppo è composto in media da poco meno di 10 individui di età compresa tra i 15 e i 17 anni. Le gang giovanili si possono dividere in quattro tipologie: quelle prive di una struttura definita; quelle che si ispirano o hanno legami con organizzazioni criminali italiane, nei luoghi dove storicamente è presente la criminalità di tipo mafioso; gruppi che si ispirano a organizzazioni criminali o gang straniere (soprattutto di tipo sudamericano); gruppi con una struttura definita, ma senza legami con altre organizzazioni. Non mancano casi di bande urbane composte da sole ragazze dedite prevalentemente a reati violenti, di vandalismo e bullismo.
Brutte abitudini
Dal report della Commissione emerge uno stato di disagio diffuso che si esprime attraverso l’uso di sostanze stupefacenti, alcol e con l’abuso di internet e social.
"I dati contenuti nell'ultima relazione al Parlamento del Dipartimento politiche antidroga - si legge nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva - confermano la crescita del consumo di sostanze psicoattive nel 2023 tra i giovani tra i 15 e i 19 anni rispetto all'anno precedente: quasi 960mila ragazzi, pari al 39% della popolazione studentesca, riferiscono di aver consumato una sostanza psicoattiva illegale almeno una volta nella vita e oltre 680mila (28%) nel corso dell'ultimo anno".
Al primo posto c’è la cannabis, seguita da sostanze psicoattive, definite 'di nuova generazione': cannabinoidi sintetici, stimolanti, allucinogeni, cocaina, anabolizzanti e oppiacei. I ragazzi se li procurano soprattutto attraverso il web, e spesso si ritrovano a farne un uso 'sperimentale', per provarle almeno una volta nella vita. In particolare, sembrerebbe che il periodo della pandemia abbia fatto aumentare in modo considerevole il consumo di queste sostanze: nel 2023 si osservano i valori più elevati mai registrati nell'uso di ketamina.
Sul fronte alcol la situazione non migliora: circa il 69% degli adolescenti ne ha consumato del 2023. Il 3,4% degli studenti, in particolare, ha fatto 'binge drinking', ingerendo 5 o più bevande alcoliche consecutivamente o fuori pasto; mentre il 13,1% ha dichiarato un consumo occasionale. Dai dati emerge come nello scorso anno siano state soprattutto le ragazze ad abusare di sostanze alcoliche.
Il bullismo
Non mancano i problemi legati al fenomeno del bullismo. Secondo il report della Commissione, gli atti vessatori a scuola sarebbero meno frequenti tra gli studenti delle scuole superiori e decisamente più diffusi tra i più piccoli, tra gli 11 e i 13 anni.
Gli 11enni vittime di bullismo sono il 18,9 % dei ragazzi e il 19,8% delle ragazze; nella fascia di età di 13 anni sono il 14,6% dei maschi e il 17,3% delle femmine; gli adolescenti (15 anni) sono il 9,9% dei ragazzi e il 9,2% delle ragazze.
A commettere atti violenti contro i propri compagni di scuola sono soprattutto soggetti che hanno vissuto situazioni di violenza familiare. Questa condizione di disagio pare spinga molto di più a esercitare in prima persona comportamenti vessatori, anche attraverso il web. Nella fascia di età 11 anni risultano vittime di cyberbullismo il 17.2% dei maschi e il 21,1% delle femmine