Gli USA spaccati sulla nuova incriminazione di Trump: mascalzone allergico alla legge o vittima dei giudici?
15 agosto 2023, ore 16:12
Il tycoon incriminato anche in Georgia: è accusato di aver provato a truccare il risultato elettorale del 2020, quando venne sconfitto da Joe Biden. Ci sono intercettazioni che lo inchiodano ma lui urla al complotto giudiziario e i suoi sostenitori lo appoggiano
TENTATIVO DI FALSARE LE ELEZIONI 2020
Negli Stati Uniti è un Ferragosto di polemica e divisioni. Motivo del contendere è ancora una volta la figura di Donald Trump, con i suoi molteplici guai giudiziari. C’è chi lo considera un mascalzone che cerca in tutti i modi di aggirare le legge. E chi invece lo vede come una vittima dell’accanimento giudiziario. A ben guardare nulla di nuovo. Il tycoon è stato incriminato per la quarta volta. Questa indagine riguarda le sue presunte pressioni per truccare i risultati elettorali del 2020, quando venne sconfitto da Joe Biden. Secondo l’accusa, e anche secondo le prove prodotte, Trump avrebbe chiesto ai suoi di trovare in qualche modo i voti che gli mancavano per ribaltare il risultato in Georgia. A confermarlo ci sono intercettazioni telefoniche. Il Gran Giurì della Contea di Fulton gli ha contestato 13 capi di imputazione: tra questi, violazione della legge anti racket, l'aver sollecitato un pubblico ufficiale a violare il suo giuramento di fedeltà, la cospirazione per avere impersonato un pubblico ufficiale e aver commesso una serie di falsi. Incriminate con lui altre 18 persone, tra cui il suo legale, Rudolf Giuliani ex sindaco di New York che negli ultimi anni ha sposato la causa trumpiana. In tribunale sono stati sentiti vari testimoni, fra i quali il repubblicano Geoff Duncan, l'ex vice governatore della Georgia. All'inizio sostenitore di Trump, Duncan è poi divenuto uno dei suoi più accesi nemici. "E' il peggior candidato di sempre", ha detto lasciando il tribunale. "Una cospirazione criminale per cercare di sovvertire il risultato delle elezioni" del 2020 in Georgia. Così la procuratrice distrettuale della contea di Fulton, in Georgia, Fani Willis ha motivato l'incriminazone contro Donald Trump e di altre 18 persone.
TRUMP URLA AL COMPLOTTO
Gli incriminati, compreso Donald Trump, avranno dieci giorni di tempo per presentarsi volontariamente alle autorità: la dead line è il 25 agosto a mezzogiorno. La procuratrice della contea di Fulton, Georgia, Fani Willis proporrà di avviare entro sei mesi il processo. Come era prevedibile, l’ex presidente che sogna di tornare alla casa Bianca per poi magari auto graziarsi, ha tuonato la sua rabbiosa reazione, cercando di trasformare i suoi guai giudiziari in strumento elettorale. E la cosa sembra funzionare: tra i suoi sostenitori il consenso non cala, anzi: più Trump finisce nei guai, più fanno il tifo per lui. Il tycoon ha usato il social Truth per esprimere la sua versione dei fatti: come al solito in una forma molto basica, elementare; giusta per essere compresa dal suo popolo: “Mi sembra truccato! Perché non mi hanno incriminato 2,5 anni fa? Perché volevano farlo proprio nel bel mezzo della mia campagna politica. Caccia alle streghe!". Rudolf Giuliani ha invece dichiarato: “Non ho fatto nulla di sbagliato, l’incriminazione non mi preoccupa”.