15 aprile 2024, ore 17:30
E le parole della presidente del Consiglio sullo scontro fra Israele e Iran e l’appello alla responsabilità per una volta trovano la condivisione anche della leader del Partito Democratico Elly Schlein: ora non si esclude una mozione bipartisan in Parlamento
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha lasciato poco dopo le 15 i padiglioni della fiera di Verona, che ospitano Vinitaly. Arrivata intorno alle 11.30, dopo l'accoglienza di ministri e autorità locali, la premier ha partecipato alla premiazione degli istituti agrari per la Giornata del Made in Italy. ''Sono giornate un po' complesse, eppure ci ho tenuto particolarmente a essere qui oggi, facendo uno sforzo significativo'', ha spiegato Meloni, prima della lunga visita per i padiglioni, a iniziare da quello ministeriale. Subito dopo il saluto al Veneto padrone di casa, accolta dal governatore Luca Zaia. E poi una rincorsa, sulle scarpe da ginnastica scelte per l'occasione, tra gli stand di Trentino, Marche, Friuli, Lazio e Toscana, solo per citarne alcuni. Prima di lasciare la fiera, Meloni è passata dal vagone dell'Orient Express. Un tour accompagnato da brindisi e interrotto continuamente dai selfie richiesti dal pubblico, che si è mostrato - come lo scorso anno - caloroso nei confronti della premier.
Il Liceo
E Giorgia Meloni nel suo intervento dal palco ha soprattutto rilanciato il Liceo del Made in Italy, 375 preiscrizioni, soltanto lo 0,08% degli studenti che avrebbero potuto scegliere l'indirizzo, da molti considerato un flop ancora prima di iniziare, ma rimasto scolpito nella pietra del futuro scolastico secondo il Governo. E lo ha rilanciato, davanti agli studenti, celebrando la giornata del Made in Italy al Vinitaly di Verona: "Sono qui per ribadire il valore e la centralità che questo governo attribuisce all'agricoltura, eccellenze da riconoscere e per le quali stiamo scontrandoci anche in Europa, cercando di smontare chi, nell'Unione, le teorie di chi ha pensato di difendere la natura senza tenere conto del lavoro degli agricoltori e che evidentemente non sapeva di cosa stesse parlando. Perché gli agricoltori, i viticoltori, sono i primi paladini della difesa della natura".
Il Pnrr
Ricordato il valore dell'intervento nella revisione del Pnrr a supporto del comparto ("da 5 a 8 miliardi") e l'Italia "come capofila di iniziative a livello comunitario, ora siamo seguiti da altri perché quando si dicono cose serie e si usa il buonsenso gli altri comprendono", Meloni ha insistito molto sulla giornata nazionale del Made in Italy, "istituita con un disegno di legge voluto per sostenere il valore che il Made in Italy ha nella nostra economia". Scelta, non a caso, la data coincidente al giorno di nascita di Leonardo Da Vinci (15 aprile del 1452), perché "simbolo dell'identità e del nostro genio", la premier si è concentrata su Italian sounding e contraffazione che "drenano miliardi di euro", perché "produzioni vendute come italiane, ma che tali non sono, creano problemi. Ma noi implacabili contro chi pensa di vendere prodotti che non hanno nostra eccellenza".
La scuola
Poi il capitolo scuola: "Siete voi ragazzi il futuro del nostro Paese, il Liceo del Made in Italy, che abbiamo chiamato liceo perché in Italia l'istruzione tecnica viene considerata di Serie B, permetterà anche di raccontare quel mondo del vino cantato in poesie, nella letteratura, scolpito nelle sculture, un pezzo fondamentale della nostra identità ma che va trasmesso ai nostri ragazzi. I giovani devono crederci e devono portare avanti questo racconto dell'Italia, fatto di testa, cuore e mani". Al termine del suo intervento, Meloni ha premiato le tre scuole vincitrici di progetti legati alla produzione di vino. L'istituto agrario di Marsala, quello di Macerata e l'Istituto Vivarelli di Fabriano.
MO
Non poteva mancare naturalmente un accenno alla crisi in Medio Oriente e allo scontro fra Israele e Iran: “"Come governo italiano e come presidenti del G7 abbiamo ribadito la nostra ferma condanna per l'attacco iraniano contro Israele. Credo, però, che sia molto importante lavorare per una de-escalation. Tutti ci rendiamo conto che un'escalation in un conflitto all'interno di quella regione potrebbe avere conseguenze molto significative". "Bisogna fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per evitare escalation", ha affermato Meloni spiegando che nella riunione di ieri del G7 è stata "ribadita la necessità di fare tutti la nostra parte per dialogare con tutti gli attori interessati e far passare messaggi di responsabilità".
Schlein
Una linea quella di Palazzo Chigi che incassa anche l’approvazione della Segretaria Pd Elly Schlein: “Il governo si è avvicinato alle nostre posizioni. A gennaio Meloni in aula ha detto di essere a favore di uno stato palestinese. E Netanyahu, com’è noto, è nettamente contrario. A febbraio la maggioranza astenendosi ha fatto in modo che passasse la nostra mozione sul cessate il fuoco. Ieri il G7 ha chiesto a chiare lettere la de-escalation. È un fatto che troviamo importante. La nostra richiesta al governo è fare tutto il possibile per contribuire ad una cessazione del fuoco, di liberare gli ostaggi e portare aiuti umanitari, con posizioni diplomatiche in linea con la nostra tradizione. È importante trovare un terreno di dialogo in politica internazionale". Ed è la prima volta che Schlein e Meloni si trovano d’accordo in maniera così evidente. Al punto che potrebbe realizzarsi un voto unitario in Parlamento.