23 gennaio 2023, ore 18:45
Il premier: “Pubblicare il prezzo medio dei carburanti è di buon senso. Su altro poi siamo andati incontro: nessuno vuole colpire la categoria dei gestori delle pompe. Così come non vogliamo colpire le toghe, ma interverremo sugli abusi delle intercettazioni”
Il rilievo strategico della partnership con l'Algeria e l’obiettivo ambizioso di un 'Piano Mattei' per l’Africa. E poi la preoccupazione per alcune tensioni internazionali e il rimando ad alcune questioni interne al Governo, dal nodo giustizia al dl Carburanti, alla vigilia dello sciopero della categoria confermato per il 25-26 gennaio. Questi alcuni dei punti centrali dell’intervento della premier Giorgia Meloni, nella conferenza stampa successiva alla firma al Palazzo Presidenziale di Algeri di nuovi accordi tra Italia e Algeria.
Il ruolo
La premier ha innanzitutto sottolineato il ruolo dell’Algeria come “partner affidabile e di rilievo strategico” per quello che ha più volte definito un 'Piano Mattei' per l'Africa, ovvero un “modello di cooperazione su base paritaria", “non predatorio”, che porti entrambi i partner ad essere soddisfatti e crescere. Un’intesa da consolidare a partire dall’energia: “abbiamo firmato un'intesa finalizzata allo sviluppo sostenibile, di riduzione delle emissioni di gas serra, e ad incrementare l'export di energia dall'Algeria all'Italia e dunque all'Europa”, ha spiegato Meloni, preannunciando per l’Algeria la possibilità di divenire in futuro “leader africano e mondiale in alcune produzioni di energia” e per l’Italia di essere “la porta di questo approvvigionamento". Senza tuttavia escludere la possibilità di estendere la cooperazione energetica con l'Algeria “anche alla transizione energetica e alle energie rinnovabili".
La strategia
Dal punto di vista strategico, ha poi chiarito la presidente, "l'Italia intende realizzare un partenariato con l'Algeria che consenta ad entrambi di alimentare le prospettive di crescita e sviluppo, nell'ottica di costruire ponti fra la sponda nord e sud del Mediterraneo e contribuire alla stabilizzazione di una Regione strategica per l'Italia e l'Europa". Da qui, l'auspicio che "il lavoro che l'Italia sta facendo lo fa per Europa intera” sia sostenuto dall’Ue stessa: “si chiudono opportunità, come i flussi energetici, per questo si deve guardare a sud, e penso che andava fatto anche prima", ha detto la presidente del Consiglio. Non solo energia. La premier ha sottolineato l'"ottimo lavoro" dell'Algeria nel favorire gli investimenti: "c'è grande disponibilità e voglia di investire" delle imprese italiane. Tra i settori oggetto delle firme degli accordi di oggi, la presidente ha ricordato, non a caso, quello delle infrastrutture, delle tecnologie e del medicale, al netto delle pmi: "siamo contenti - ha aggiunto - che il Governo algerino stia imprimendo accelerazioni significative che porteranno ulteriori investimenti italiani e non solo italiani".
I ‘conflitti’
Al centro dell’incontro con il presidente dell’Algeria, Abdelmadjid Tebboune, anche i conflitti in corso, le ricadute sulla sicurezza internazionale e il tema della crisi alimentare in Africa. Meloni ha confermato che quella con il presidente dell’Algeria è stata l’occasione per parlare della stabilizzazione della Libia. Ma anche del questione del Medio Oriente: "per l'Italia solo una soluzione a due Stati giusta e sostenibile, negoziata dalle parti, potrà assicurare pace e stabilità alla Regione". Quanto alla situazione abbastanza delicata nel Mali e in tutto il Sahel", Meloni ha parlato di "una destabilizzazione crescente che ci preoccupa".
I temi interni
La conferenza è stata anche l’occasione per tornare su alcuni dei temi caldi per il Governo; a partire dalla questione Giustizia, con le ipotesi - già smentite dal Governo stesso nei giorni scorsi - relative a divisioni interne alla maggioranza sull'operato del ministro Nordio. La premier ha espresso piena fiducia verso il Guardasigilli, ricordando di essersi "battuta per avere Nordio in via Arenula, e con lui c'è un rapporto ottimo, io ribadisco che ha la mia piena fiducia". Infine, le tensioni con la categoria dei distributori di benzina, dopo il varo del dl Carburanti: "li abbiamo convocati già due volte, il Governo non ha mai immaginato provvedimenti per additare la categoria dei benzinai ma per riconoscere il valore dei tanti onesti. Poi la media del prezzo non diceva che erano alle stelle. Sono state molto poche le speculazioni". Tuttavia, la premier ha rimarcato che non si può "tornare indietro su un provvedimento che è giusto, pubblicare il prezzo medio è di buon senso. Su altro siamo andati incontro. Nessuno vuole colpire la categoria".