14 luglio 2022, ore 19:37
Il "patto di fiducia alla base dell'azione dell’esecutivo non c'è più", dice il presidente del Consiglio ai ministri: “Le votazioni di oggi sono un fatto molto significativo, la maggioranza di unità nazionale che mi ha sostenuto dall’inizio non c'è più"
Un'ora di colloquio con Sergio Mattarella dopo il voto del Senato. Poi un Consiglio dei ministri lampo, inizialmente previsto per le 15,30 slittato poi alle 18,15. Una riunione brevissima, durata meno di un quarto d'ora, il tempo di comunicare ai ministri la sua decisione: Mario Draghi consegna nelle mani del presidente della Repubblica le sue dimissioni da capo del governo, lui il Capo dello Stato lo reinvia in Parlamento, mercoledì prossimo.
La decisione
La decisione del premier arriva al termine di una giornata drammatica, segnata dall'annuncio di ieri del M5S di Giuseppe Conte di non votare la fiducia al governo sul decreto Aiuti in Senato. Annuncio che si è materializzato oggi nella seduta di palazzo Madama. Il "patto di fiducia alla base dell'azione del governo non c'è più", dice Draghi ai ministri, "Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico - dice draghi rivolgendosi ai ministri che lo ascoltano senza intervenire - la maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c'è più".
Il premier
Il premier conferma quello che aveva già pubblicamente chiarito due giorni fa in conferenza stampa dopo l'incontro con i sindacati, quando ancora uno spiraglio di dialogo con i pentastellati sembrava possibile. Non ci sarà un'altra maggioranza senza i Cinque Stelle e non ci sarà un Draghi-bis sostenuto da una maggioranza diversa da quella che ottenne la fiducia nel febbraio del 2021. "E' venuto meno il patto di fiducia alla base dell'azione di governo - scandisce Draghi in Consiglio dei ministri - in questi giorni da parte mia c'è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, anche cercando di venire incontro alle esigenze che mi sono state avanzate dalle forze politiche. Come è evidente dal dibattito e dal voto di oggi in Parlamento questo sforzo non è stato sufficiente". "dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza e' stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi". Ma queste condizioni, conclude, "oggi non ci sono più".