Governo, è scontro fra Renzi e Conte, e il premier per la prima volta non esclude il voto anticipato

Governo, è scontro fra Renzi e Conte, e il premier per la prima volta non esclude il voto anticipato

Governo, è scontro fra Renzi e Conte, e il premier per la prima volta non esclude il voto anticipato


A Bruxelles arriva finalmente il via libera al Recovery fund, ma a Roma soffiano venti di crisi sulla maggioranza. Il duello è sempre sulla task force per gestire i fondi europei

Nel giorno in cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella torna ad ammonire e invocare "serietà" e "unità" per uscire dalla pandemia, esortando a "guardare al dopo", nuovi venti di crisi - con annesse ipotesi di possibili esecutivi alternativi - riprendono a soffiare su palazzo Chigi, proprio mentre il premier Giuseppe Conte rivendica l'accordo "storico" raggiunto in Europa sul Next generation Eu "senza rinunciare a nessuno dei nostri principi". Ad evocare senza giri di parole la possibilità di una crisi di governo è Matteo Renzi che, in un'intervista a El Pais, mette in chiaro: "Se Conte vuole pieni poteri come li chiese Salvini, io dico di no. In quel caso ritireremo l'appoggio al governo".


La lite sulla governance

Tema del contendere sempre la gestione delle risorse del Recovery plan e la questione ancora irrisolta della governance. Non è un "problema di posti nel governo", premette Renzi, che pure "sono stati offerti" a Italia viva, ma "il meccanismo di dibattito previsto dalle regole istituzionali non può essere sacrificato con un piccolo accordo. Non posso accettarlo", scandisce il leader di Iv che ribadisce la centralità del suo partito, "siamo decisivi per il governo". Insomma, tira le somme Renzi, per evitare che Iv tolga l'appoggio al governo, Conte deve "chiedere scusa" e ritirare la proposta di una cabina di regia per la gestione dei fondi europei. In caso contrario, i numeri per una nuova maggioranza potrebbero esserci. L'ex premier, dunque, non esclude un possibile governo alternativo (in caso di crisi "scommetto sulla presenza di un'ampia maggioranza parlamentare", dice infatti in un'altra intervista).  


La verifica di governo

Conte non intende sfuggire al confronto e assicura che avverrà "nelle prossime ore e nei prossimi giorni con le singole forze politiche di maggioranza e poi collegialmente", annunciando quella che potrebbe anche essere definita una 'verifica' di governo. Ma a sua volta mette in chiaro: "Per andare avanti dobbiamo essere trasparenti", "ci sono delle istanze molto critiche, dobbiamo capire cosa nascondono, quali obiettivi", scandisce il premier che ribadisce: "Io ho la piena responsabilità e consapevolezza di questo incarico e sono pienamente edotto del fatto che andrò avanti se ci sarà la fiducia di ogni forza di maggioranza"


Le posizioni dei partiti

Al fianco di Conte si schiera il Movimento 5 stelle, che attacca Renzi. Il ministro M5s della Giustizia, Alfonso Bonafede, giudica "irresponsabili" e "inaccettabili" le parole del leader di Iv. Molto dura anche la replica del sottosegretario pentastellato Riccardo Fraccaro: "Sul piano ci sarà la massima condivisione, è quindi del tutto fuori luogo dire che si voglia scavalcare il Parlamento lanciando ricatti e diktat inaccettabili per giunta dalle pagine di quotidiani stranieri". Anche il Pd torna ad incalzare Conte, ma i toni sono alquanto diversi. Per i Democratici, inoltre, non esiste "alternativa" all'attuale governo, "poco credibili le evocazioni di unità nazionale", tanto più se un esecutivo di unità andrebbe fatto con chi, come Giorgia Meloni, si schiera dalla parte dei veti di Ungheria e Polonia, osserva il numero due del Nazareno Andrea Orlando, secondo il quale le elezioni adesso, in piena pandemia, sarebbero "una sciagura". Ma, certo, il premier deve cambiare passo: "Conte è il capo di una maggioranza e deve farsi carico della coesione di questa maggioranza", spiega. Quanto al leader Iv, "io non vivo con l'ossessione di Renzi", ma "tutte le forze politiche devono dire cosa vogliono fare nei prossimi passaggi. Bisogna innanzitutto definire, per evitare perdite di tempo, chi vuole starci. Io rischi ne vedo molti, i leader tirano la corda ma a volte poi le corde si spezzano, uno può pensare in quel modo di riprendersi la centralità politica ma poi a volte quella centralità rischia di costare". E il segretario Pd Nicola Zingaretti insiste sulla necessità di "un impegno corale". Anche Leu 'bacchetta' Renzi: "Minacciare la crisi di governo in piena sessione di bilancio e mentre è in corso il Consiglio europeo a Bruxelles è da irresponsabili", affermano i capigruppo Loredana De Petris e Federico Fornaro. Chi, invece, non si sottrarrebbe a dare il sostegno a un governo di 'transizione' verso il voto è Matteo Salvini: "Noi siamo per dare una mano agli italiani sempre e comunque. Accompagnare il Paese a nuove elezioni con un governo serio? Noi ci siamo, se serve per il Paese". Il leader della Lega, tuttavia, non crede agli ultimatum di Renzi, "valgono più o meno zero". Non crede alla crisi di governo Giorgia Meloni, (l'esecutivo "mangerà il panettone"), che liquida gli altolà di Renzi come interesse ad "avere qualche poltrona in più”. 






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