Governo, fra Recovery Plan e verifica il premier Conte è a caccia di un nuovo accordo di maggioranza

Governo, fra Recovery Plan e verifica il premier Conte è a caccia di un nuovo accordo di maggioranza

Governo, fra Recovery Plan e verifica il premier Conte è a caccia di un nuovo accordo di maggioranza


21 dicembre 2020, ore 20:15 , agg. alle 17:01

Oggi il M5S e il Pd, domani Iv e Leu: i confronti nella coalizione giallorosa continuano. Dalla Lega Salvini chiede le urne anticipate

Il pressing di Italia Viva, un virus 'modificato' che affossa i mercati e due giornate di confronto con le forze di maggioranza per trovare il punto di caduta sul piano nazionale di ripresa e resilienza. In questo contesto Giuseppe Conte rilancia il Recovery Fund nell'agenda di governo e ne 'puntella' le fondamenta. L'Europa ci guarda, in gioco c'è la credibilità del Paese. Quindi, discutere ma nel merito e a ritmo serrato per arrivare ad una sintesi efficace. Le premesse del capo del governo. L'ultima parola, poi, sarà del Parlamento, vero e unico 'giudice' di un progetto nazionale. Questo il finale, come promesso anche alle delegazioni del M5S e del Pd negli incontri di oggi, domani è il turno dei renziani e di Leu. Insomma, sul piano per investire i 209 miliardi destinati all'Italia dall'Unione europea, il presidente del Consiglio sembra voler archiviare le recenti stilettate arrivate dalla sua maggioranza (con Iv di Renzi in prima fila) per concentrarsi sull'obiettivo. Ovvero, definire il prima possibile il Piano nazionale. Vietato distrarsi.


Lo stop alle polemiche

Prima collegato per l'inaugurazione del Data Center di Modena, poi negli appuntamenti con gli alleati governativi, il premier parla non solo agli amministratori locali - il Governatore dell'Emilia Romagna Bonaccini in primis - che hanno chiesto un ruolo da protagonisti nell'elaborazione del Recovery, ma a tutte le forze politiche. "Non ci possiamo permettere di ritardare oltre per questo riprendiamo gli incontri con le delegazioni delle varie forze politiche, innanzitutto, di maggioranza, per poter operare subito nei prossimi giorni la necessaria sintesi", ha detto Conte delineando una "tabella di marcia serratissima" in cui sono vietate le distrazioni perché "ne va della credibilità del Paese in Europa". Per le polemiche, che non sono costruttive, dunque, il semaforo è rosso. "Dobbiamo discutere nel merito e trovare una sintesi efficace. Al di là della discussione politica e delle polemiche di questi giorni - sono le parole di Conte - dobbiamo assolutamente riprendere con la massima lena e vigore la discussione sul Recovery Plan italiano, non ci possiamo permettere di ritardare oltre". Accolte le richieste di confronto arrivate da Comuni e Regioni. "Dobbiamo al più presto aggiornare questo stato di avanzamento del Recovery Plan anche perché dobbiamo tornare a confrontarci con le Regioni, con gli enti locali, con le parti sociali". Infine il messaggio ad alleati e all'opposizione. "Dobbiamo mandare tutto al Parlamento in modo da acquisire tutti i suggerimenti e i riscontri necessari per poter poi elaborare il progetto nella sua versione definitiva. il Recovery, lo ripeto, tornerà ancora in Parlamento - ha ribadito Conte - perché dovrà essere il progetto nazionale e per poter esserlo non solo deve accogliere le istanze di tutte le autorità territoriali e delle parti sociali ma deve anche essere approvato dall'intero Parlamento". Ma intanto davanti a queste difficoltà della maggioranza, il leader della Lega Matteo Salvini spiega “che le strade sono due, o il voto anticipato o un governo a guida centrodestra”.


La Finanziaria

Nel frattempo, dopo una maratona di due giorni, la commissione Bilancio della Camera ha concluso ieri sera l'esame degli emendamenti alla manovra economica: il testo approderà domattina in Aula, dove il Governo dovrebbe porre la questione di fiducia. Arrivano 100 milioni in più nel 2021 per l'estensione del bonus smart tv. Ecco poi la proroga per il superbonus al 110% fino alla fine del 2022. Infine, c’è la possibilità di rimborsare sino al 100% chi è stato danneggiato dalle banche.

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