Governo, il premier Draghi alla stretta finale sui vaccini e sul Recovery Plan: “L’uscita non è lontana”

Governo, il premier Draghi alla stretta finale sui vaccini e sul Recovery Plan: “L’uscita non è lontana”

Governo, il premier Draghi alla stretta finale sui vaccini e sul Recovery Plan: “L’uscita non è lontana”


Il presidente del Consiglio invita "ognuno a fare la propria parte, a partire dal governo che deve moltiplicare ogni sforzo, non perdere un attimo, compiere scelte meditate, ma rapide: è il momento di dare una risposta alle tante persone che soffrono"

Centomila morti, tre milioni di contagiati, nel 2020 un aumento della mortalità complessiva del 15,6%. Le cifre sul Covid in Italia fanno spavento, ma il Presidente del Consiglio Mario Draghi invia "un segnale di fiducia". Con l'accelerazione del piano vaccini "si intravede una via d'uscita non lontana".


Il discorso del capo dell’esecutivo


Draghi, nel suo intervento alla Conferenza nazionale sulla parità di genere, rende noto che il piano vaccini sarà "decisamente potenziato" e fissa le priorità: "Si privilegeranno le persone più fragili e le categorie a rischio. Aspettare il proprio turno è un modo anche per tutelare la salute dei nostri concittadini più deboli". Per il premier "ognuno deve fare la propria parte nel contenere la diffusione del virus. Ma soprattutto il governo deve fare la sua. Anzi deve cercare ogni giorno di fare di più". Draghi afferma il concetto di volersi "conquistare" la fiducia degli italiani: “il nostro compito - e mi riferisco a tutti i livelli istituzionali - è quello di salvaguardare con ogni mezzo la vita degli italiani e permettere al più presto un ritorno alla normalità. Ogni vita conta. Non perdere un attimo non lasciare nulla di intentato, compiere scelte meditate, m rapide. Non voglio promettere nulla che non sia veramente realizzabile. Le mie preoccupazioni sono le vostre preoccupazioni. il mio pensiero costante è diretto a rendere efficace ed efficiente l'azione dell'esecutivo nel tutelare la salute, sostenere chi è in difficoltà, favorire la ripresa economica, accelerare le riforme". Inoltre, il Presidente del Consiglio ha ben presente l'emergenza economica: "È il momento di dare una risposta alle tante persone che soffrono per la crisi economica, che rischiano di perdere il posto di lavoro, di combattere le disuguaglianze. In un solo anno il numero di italiani che vivono in una situazione di povertà assoluta è aumentato di oltre un milione, mentre si sono acuite altre disparità, prima fra tutte quella tra donne e uomini".


Il Recovery Plan


E dunque, il Recovery Plan servirà anche per ridurre la disparità di genere: "Azioni mirate e profonde riforme - dice Draghi - sono necessarie per coinvolgere pienamente le donne nella vita economica, sociale e istituzionale del Paese. Ma dobbiamo prima di tutto cambiare noi stessi nella quotidianità della vita familiare. Lo Stato e gli enti territoriali dovranno assistere le famiglie, specie le più giovani, anche quando questa fase di emergenza sarà terminata. Gli strumenti che dobbiamo impiegare sono vari, penso tra gli altri ai congedi parentali, penso al numero dei posti negli asili nido che ci vede inferiori agli obbiettivi europei, e sulla loro distribuzione territoriale che va resa ben più equa di quanto non sia oggi. Tutto ciò è obbiettivo di questo governo". Draghi conclude: "Sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere, sono da condividere le proposte della Commissione parlamentare d'inchiesta. Oggi, per le vittime dei troppi femminicidi e anche come reazione prodotta dalla pandemia, sembra formarsi una nuova consapevolezza che trova un'opportunità straordinaria nel programma NextGeneration E per diventare realtà nell'azione di governo, del mio governo. Tra i vari criteri che verranno usati per valutare i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci sarà anche il loro contributo alla parità di genere".


Il coordinamento del Mef


L'Italia potrà contare su una dote di 191,5 miliardi (con una prima tranche entro l'estate) e il suo impatto sul Pil potrebbe superare il 3% stimato. Ma i tempi sono stretti: il governo ha a disposizione meno di due mesi per finalizzare il Piano di ripresa e resilienza che va rafforzato rispetto alla bozza presentata nei mesi scorsi e la cabina di regia sarà affidata al Mef. È questa la strada indicata dal ministro dell'Economia, Daniele Franco, nel corso della sua prima audizione parlamentare in cui si è registrata qualche scintilla a causa delle proteste dei parlamentari per i problemi tecnici di collegamento che hanno costretto a sospendere temporaneamente la seduta facendo slittare i tempi. Parlando davanti alle Commissioni congiunte Bilancio, Finanze e Politiche Ue di Senato e Camera, il titolare dell'Economia ha detto che "il Next Generation Eu è un passaggio storico molto importante nel processo di costruzione europea ed è un passo in avanti nella costruzione di un bilancio comune". Cifre alla mano, il ministro ha spiegato che nel Recovery fund ci sono "fondi a disposizione del nostro Paese per gli anni 2021-2026 per circa 196 miliardi a prezzi correnti, 69 dei quali sotto forma di trasferimenti e 127 sotto forma di prestiti" ma sulla base dei dati finanziari più aggiornati "che tengono conto del fatto che il regolamento europeo emanato a febbraio prende a riferimento il reddito nazionale lordo del 2019" la somma scende, sul lato dei prestiti, portando l'entità a "191,5 miliardi, leggermente inferiore a quella indicata a gennaio" e ancora oggetto di possibili variazioni. Mentre l'impatto sul Pil potrebbe essere "superiore al 3%" stimato perché la simulazione del Mef contenuta nella Nota di aggiornamento al Def ipotizzava un Pil "più alto del 3%", stabilmente negli anni, ma "non teneva conto di possibili effetti delle riforme". Il Piano italiano, ha osservato il ministro, "rappresenta una priorità per il governo e per il Paese" che richiederà "uno sforzo corale" e "un dialogo aperto e costruttivo". Franco ha riconosciuto il "lavoro prezioso" svolto dalle Camere e ha assicurato che ci sarà un confronto "intenso e durevole" e che le risoluzioni parlamentari che saranno votate nelle prossime settimane "saranno tenute in debita considerazione". Il titolare dell'Economia ha ricordato le tappe di un percorso serrato. il Piano dovrà essere presentato entro il 30 aprile, poi la commissione Ue valuterà i piani di ciascun Paese e avrà a disposizione 8 settimane. Una volta acquisita l'approvazione del Consiglio europeo ci saranno altre quattro settimane per la definizione finale. "Questo implica che le risorse europee saranno disponibili alla fine dell'estate", ha detto il ministro che ha messo in guardia: "Abbiamo meno di due mesi per finalizzare il Piano, non può subire battute d'arresto". Tra le riforme che accompagneranno i progetti, ha sottolineato Franco, due sono "particolarmente importanti": quella della pubblica amministrazione e quella della giustizia. "Una terza area molto importante di riforma riguarda gli interventi di semplificazione normativa trasversale", ha aggiunto il ministro invitando a essere "pragmatici".


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