02 febbraio 2024, ore 17:32 , agg. alle 17:55
L'Antitrust avrebbe chiuso il procedimento che era stato avviato a fine ottobre sulle attività del critico che potevano «porsi in contrasto» con quanto previsto dalla legge Frattini sul conflitto di interessi. Lunedì dovrebbe essere reso noto il provvedimento
A far cambiare idea a Sgarbi, che aveva sempre detto di non voler mollare di fronte alle inchieste su quadri e conferenze, è stata una lettera dell’Antitrust, che aveva aperto un’istruttoria sul critico d’arte.
L'annuncio
"Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario del governo, e lo comunicherò nelle prossime ore a Meloni": è quanto ha annunciato Vittorio Sgarbi a margine di un evento a Milano. E non sono mancate accuse pure al ministro dei Beni culturali Sangiuliano: “Ha mandato lettere anonime contro di me, è un uomo senza dignità”.
L’epilogo
È l’epilogo politico di una vicenda che continua sotto il profilo giudiziario, con l’inchiesta – attualmente in mano alla procura di Macerata – legata al quadro di Manetti rubato nel 2013, e che ha avuto una deriva mediatica, dopo le urla e gli insulti che Sgarbi ha rivolto ad un giornalista di Report. E secondo quanto si apprende, l'Antitrust avrebbe chiuso il procedimento che era stato avviato a fine ottobre su attività del critico che potevano «porsi in contrasto» con quanto previsto dalla legge Frattini sul conflitto di interessi. Lunedì dovrebbe essere reso noto il provvedimento relativo alle possibili condotte illecite per attività incompatibili con la titolarità di una carica di governo. La delibera di apertura del procedimento fissava peraltro una data di chiusura entro il prossimo 15 febbraio.
Il M5S
Dopo il passo indietro di Sgarbi c’è la soddisfazione di tutte le opposizioni, ma specie del Movimento Cinque Stelle: “Ce l'abbiamo fatta. Le dimissioni di Sgarbi con effetto immediato fanno tirare un sospiro di sollievo a tutto il Paese. È il risultato concreto di tutti gli sforzi che il Movimento 5 stelle ha messo in campo in questi mesi rispetto a una delle questioni morali più eclatanti tra quelle che attanagliano il governo. La nostra tenacia è stata premiata nonostante il tentativo di insabbiare il caso e di metterlo a tacere, ma davanti alla nostra determinazione non è bastato. Evidentemente Giorgia Meloni e il suo governo non potevano reggere alla mozione presentata dal Movimento 5 stelle e alla pressione mediatica anche internazionale che il suo caso ha suscitato. È un risultato che portiamo a casa in difesa del prestigio delle istituzioni e per l'immagine dell'Italia all'estero". Così gli esponenti pentastellati della Commissione Cultura alla Camera e al Senato.