Governo, l’aumento del tetto al contante slitta alla manovra, Salvini ‘riavvia’ il Ponte sullo Stretto

Governo, l’aumento del tetto al contante slitta alla manovra, Salvini ‘riavvia’ il Ponte sullo Stretto

Governo, l’aumento del tetto al contante slitta alla manovra, Salvini ‘riavvia’ il Ponte sullo Stretto


Il rinvio deciso dopo le osservazioni del Colle sulla mancanza dei requisiti di necessità e urgenza. Mentre il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini garantisce che nel ddl di bilancio sarà riavviata la società “Stretto di Messina”. Il Cdm lunedì

La norma che incrementa da mille a 5 mila euro il livello massimo per i pagamenti con banconote era stata inserita nel decreto legge Aiuti quater approvato dal Consiglio dei ministri del 10 novembre scorso. Provvedimento che però non è ancora approdato in Gazzetta Ufficiale perché l’esecutivo sta rivedendo diversi punti dell’articolato. Tra i quali quello sul contante. La norma, infatti, non comparirà più nel decreto, ma finirà nel disegno di legge di Bilancio, che il Cdm dovrebbe varare lunedì prossimo.


Il Quirinale

La decisione pare che sia stata presa dopo le osservazioni della presidenza della Repubblica sulla mancanza dei requisiti di necessità e urgenza che devono caratterizzare tutte le misure di un decreto legge. Poiché l’aumento del tetto al contante sarebbe scattato dal primo gennaio 2023, questa urgenza non c’è. La norma finirà, senza modifiche, quindi con l’incremento a 5 mila euro, nella manovra, che, del resto, deve essere approvata entro il 31 dicembre 2022, per entrare in vigore il giorno dopo. Fin qui la spiegazione tecnica, lasciata trapelare dallo stesso governo. Ma è evidente che si tratti di un nuovo caso di fretta nel rilanciare da Palazzo Chigi le parole d’ordine del centrodestra nella campagna elettorale. Fretta che ha fatto inciampare il governo.


Il Ponte

Ma nella legge di bilancio ci sarà pure un’altra novità: il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini garantisce anche che ci sarà il Ponte sullo Stretto, sarà riavviata cioè la società “Stretto di Messina”. Il Consiglio dei ministri per la manovra si svolgerà lunedì alle 17.30, l’iter parlamentare del provvedimento comincerà dalla Camera. Si parla in tutto di 30-32 miliardi, compresa anche una sanatoria per il rientro dei capitali dall'estero, ma il Mef nega condoni di carattere penale.


Autonomia

Intanto si è svolto un incontro preliminare, con uno scambio di opinioni, sulla bozza in sette articoli presentata dal ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli. Il confronto si è tenuto nella sede della Conferenza delle Regioni e ha riguardato uno dei dossier più delicati e controversi della legislatura appena iniziata, ovvero l'introduzione di un percorso di autonomia differenziata per le Regioni che ne facciano richiesta. Un tema che fu portato prepotentemente nell'agenda politica dal referendum con cui i cittadini di Lombardia e Veneto, cinque anni fa, avallarono la richiesta dei loro governatori di maggiori competenze. Ma che i governi Gentiloni, Conte I, Conte II e Draghi non sono riusciti a concludere. E che la strada verso un accordo capace di soddisfare tutte le Regioni sia complicata lo si capisce dalle polemiche che hanno contraddistinto gli ultimi giorni, alimentate soprattutto dal governatore campano Vincenzo De Luca. Il progetto di Calderoli crea un solco, in particolar modo, tra le Regioni del Nord e quelle del Sud. "L'autonomia differenziata proposta da Calderoli non semplifica niente, ma crea solo caos. Serve una sburocratizzazione radicale per far ripartire imprese e investimenti", ribadisce De Luca. Fortemente contrario al progetto anche il collega dem pugliese Michele Emiliano. Mentre, tra i governatori di centrodestra, si segnala anche il distinguo del calabrese Roberto Occhiuto, di Forza Italia.


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