28 novembre 2023, ore 17:58
Nel frattempo sul Piano nazionale di ripresa e resilienza arriva il sì della Commissione di Bruxelles alla quarta rata per il nostro Paese. L’incasso per l’Italia sale a 102 miliardi, e il pagamento dei 16,5 miliardi è previsto entro la fine di quest'anno
Il governo incontra di nuovo i sindacati ed apre a possibili modifiche su alcuni punti della legge di bilancio in materia di pensioni, da apportare tramite un maxi emendamento dell'esecutivo. Per i sindacati però, pur con alcune sfumature, non basta, con la Cisl che chiede il ritiro dell'articolo 33 della manovra, mentre Cgil e Uil che ribadiscono non sono venuto meno le ragioni che hanno portato alla mobilitazione in corso.
Le ipotesi
Sarebbero tre le ipotesi al vaglio dell’esecutivo per modificare le misure previdenziali per il pubblico impiego, quelle che hanno portato i medici a proclamare lo sciopero il 5 dicembre vista la possibilità di decurtazione dell'importo della pensione. In primis, la salvaguardia dell'assegno per chi andrà in pensione di vecchiaia, poi taglio ma graduale per quelle di anzianità, infine resterebbero i diritti acquisiti per chi matura il trattamento previdenziale dal 31 dicembre 2023. "Stiamo lavorando per modificare la misura nel migliore dei modi, garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi si ritira con la pensione di vecchiaia e garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi raggiunge al 31 dicembre i requisiti attualmente previsti", spiega la premier. Meloni ribadisce: "Questo per tutti, non solo per il comparto sanità, per il quale si sta valutando un ulteriore meccanismo di tutela in modo da ridurre la penalizzazione all'approssimarsi all'età della pensione di vecchiaia".
Il vertice
Per oltre 3 ore di vertice - presenti anche i vice premier Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri Giancarlo Giorgetti, Francesco Lollobrigida, Marina Calderone, Raffaele Fitto - la premier si è confrontata in modo "franco e costruttivo" con i sindacati. La premier ha parlato anche di taglio del cuneo fiscale, la manovra lo conferma anche per il 2024 per i redditi fino a 35mila euro, con una misura che impegna quasi 11 miliardi di euro: "Sarebbe bello rendere la misura strutturale, ma diventa difficile in questo preciso contesto quando non sappiamo ancora quali saranno le regole con le quali operiamo nei prossimi anni". Il riferimento è all'accordo che si sta cercando a Bruxelles sul rinnovo del Patto di stabilità.
Cgil
Per il segretario della Cgil Maurizio Landini: "Sono confermate le ragioni di quello sciopero perché al di là dell'ascolto e del confronto, il governo ad ora non ha cambiato nulla della manovra di bilancio e rispetto all'articolo 33, dove noi abbiamo chiesto il ritiro, il governo si è limitato a dire che stanno ragionando e valutando delle modifiche ma non il fatto che interverranno in quella direzione". Il leader della Cisl Luigi Sbarra, invece, specifica: "Abbiamo chiesto al governo di cambiare e migliorare le parti deboli della legge di bilancio, in modo particolare sulle pensioni e di dare maggiori sostegni alla sanità Abbiamo chiesto di ritirare l'articolo 33 della manovra, sulle pensioni, su questo punto il governo si è impegnato, ci ha assicurato che interverranno dei cambiamenti e dei miglioramenti della norma". Mentre il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri sottolinea: "Si riconferma ancora una volta l'insensibilità alle tante richieste che vengono dalle piazze. C'è una richiesta sui salari, sul rinnovo dei contratti, sulla sanità e sulle pensioni". L'iter del Dl Anticipi in Senato, ancora fermo in attesa degli emendamenti del governo, dovrebbero essere una dozzina, rallenta per ora il percorso a Palazzo Madama della legge di bilancio. La maggioranza punta a portare il testo della manovra in Aula al Senato il 12 dicembre, quando è stata calendarizzata, ma la data potrebbe slittare. Questa settimana potrebbe essere occupata dall'iter in Commissione del Dl Anticipi, atteso in Aula dal 5 dicembre. Solo dopo potrebbe iniziare il percorso della manovra, con le opposizioni che hanno depositato 2.600 emendamenti.
Il Pnrr
Intanto a quattro giorni dal via libera alla revisione del Pnrr, la Commissione europea approva anche la richiesta di pagamento dell’Italia per la quarta rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il nuovo assegno vale 16,5 miliardi e aggiorna l’incasso totale: circa 102 miliardi, più della metà dell’intero finanziamento che in tutto vale 194,4 miliardi. Un verdetto che ha fatto esultare la maggioranza, a partire soprattutto dalla premier Meloni: “ La valutazione positiva della Commissione europea dimostra i grandi progressi fatti dall'Italia e conferma il grande impegno del Governo per attuare pienamente il Pnrr e rendere il Paese più moderno e più competitivo. Gli obiettivi e i traguardi raggiunti nella quarta rata riguardano importanti riforme nei settori dell'inclusione sociale e degli appalti pubblici, nonché misure necessarie per proseguire l'attuazione delle riforme in materia di giustizia e pubblica amministrazione. I principali investimenti oggetto della richiesta di pagamento sono legati alla digitalizzazione, in particolare per quanto riguarda la transizione dei dati delle Pubbliche Amministrazioni locali verso il cloud, lo sviluppo dell'industria spaziale, l'idrogeno verde, i trasporti, la ricerca, l'istruzione e le politiche sociali. Il pagamento dei 16,5 miliardi di euro è previsto entro la fine di quest'anno. L'Italia avrà così ricevuto entro il 2023 circa 102 miliardi di euro, quindi più della metà dell'interno ammontare Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L'Italia sarà anche l'unico Stato membro dell'Unione europea ad aver già ricevuto il pagamento della quarta rata. Si conferma così il grande lavoro del Governo, di tutti i livelli istituzionali, della Cabina di regia del Pnrr, perché queste risorse arriveranno interamente a terra e lo faranno nei tempi previsti".