Governo, stop agli spostamenti fra le Regioni fino al 27/3 e niente visite ad amici e parenti in zona rossa

Governo, stop agli spostamenti fra le Regioni fino al 27/3 e niente visite ad amici e parenti in zona rossa

Governo, stop agli spostamenti fra le Regioni fino al 27/3 e niente visite ad amici e parenti in zona rossa


Giro di vite di Mario Draghi sulle misure contro l'emergenza Covid, Mentre i Comuni e il leader della Lega Salvini chiedono di poter tornare a cenare nei ristoranti

Mario Draghi stringe i bulloni delle misure contro l'emergenza Covid. Mentre i Comuni e il leader della Lega, Matteo Salvini, chiedono di poter tornare a cenare nei ristoranti, il primo decreto legge del nuovo Governo vieta nelle zone rosse le visite nelle abitazioni private, anche quelle dei congiunti, salvo motivi di lavoro, necessità o salute. Gli spostamenti verso abitazioni private abitate restano invece consentiti, tra le 5.00 e le 22.00, in zona gialla all'interno della stessa Regione e in zona arancione all'interno dello stesso Comune, fino a un massimo di due persone, che possono portare con sè i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali esercitino la responsabilità genitoriale) e le persone conviventi disabili o non autosufficienti. Il decreto legge proroga inoltre fino al 27 marzo 2021, su tutto il territorio nazionale, il divieto di spostarsi tra diverse Regioni o Province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità motivi di salute. Resta comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.


La stretta di Draghi

Durante il precedente Governo Conte II, le visite ai privati erano consentite anche in zona rossa. L'articolo 3 del Dpcm del 14 gennaio scorso stabiliva per le zone rosse: "Lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata è consentito, nell'ambito del territorio comunale, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 5,00 e le ore 22,00, e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni quattordici sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi". Il primo decreto legge del Governo Draghi verrà pubblicato nelle prossime ore in Gazzetta Ufficiale, dopo la firma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.


Il pressing delle Regioni

Ora però, chiede il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, "c'è l'esigenza di due incontri urgenti fra il Governo e le Regioni. Il primo - spiega - a brevissimo termine sui contenuti che dovrà avere il prossimo Dpcm per il contenimento dell'emergenza Covid-19. Il secondo - per il quale comunque i tempi stanno stringendo - dovrà riguardare il lavoro di squadra che Governo e Regioni dovranno portare avanti per un efficace utilizzo delle risorse che saranno previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza". Ieri la conferenza delle Regioni ha inviato al governo le proprie proposte, che saranno oggetto di valutazioni innanzitutto da parte dei due ministri competenti, Roberto Speranza e Maria Stella Gelmini. I due intanto stamattina, a margine del cdm, hanno incontrato il coordinatore del Cts Agostino Miozzo. "Il sistema dei colori ha funzionato bene compatibilmente con la sofferenza dell'intero Paese", ha spiegato aggiungendo che la scelta di mantenere o meno l'attuale sistema compete alla politica. "Che ci sia una preoccupazione sulle varianti è ovvio, però mi pare di poter dire che il sistema di controllo, di intervento rapido, sta funzionando, deve essere forse consolidata questa capacità di intervenire tempestivamente, però ci stiamo lavorando". Quanto alla volontà di comunicare in anticipo le misure che è l'obiettivo del premier Mario Draghi, e su cui sono ovviamente d'accordo le Regioni, Miozzo spiega che "dipende da quando ci arriveranno le richieste di informazioni, che noi esamineremo prontamente e comunicheremo in tempo reale al presidente e al ministro della Salute".


La partita dei sottosegretari

Entra intanto nel vivo la partita per il sottogoverno, ma le nomine potrebbero slittare a domani o nei giorni successivi. Si cerca infatti ancora la quadra di un'architettura finale che rispecchi la nuova alleanza di governo e 'compensi' la scarsa presenza di quote rosa e di una più forte componente meridionale nel nuovo esecutivo Draghi. Nel nuovo mosaico dei sottosegretari sarebbero 11 posti per il M5S, 8 al Pd e Lega, 7 a Forza Italia, 2 a Italia Viva e uno a testa a Leu, Maie, + Europa e Autonomie e centristi. Sul fronte del Mef guidato dal ministro Daniele Franco si passerebbe dai 4 posti del precedente governo (due viceministri e due sottosegretari) a cinque: uno per i pentastellati che vedono in pole la riconferma dell'ex viceministro Laura Castelli; uno al Pd dove si prefigura un'altra riconferma con l'ex viceministro Antonio Misiani o in alternativa la new entry Marianna Madia; un posto alla Lega (si parla di Bitonci); una a Forza Italia ed un ultimo posto conteso tra Leu e Iv. 

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