Governo, sul Recovery Draghi non ammette ritardi: da qui al 2026 niente freni ai progetti finanziati dall’Ue

Governo, sul Recovery Draghi non ammette ritardi: da qui al 2026 niente freni ai progetti finanziati dall’Ue

Governo, sul Recovery Draghi non ammette ritardi: da qui al 2026 niente freni ai progetti finanziati dall’Ue


Se un sindaco, un governatore di Regione, o un presidente di provincia mette anche solo «potenzialmente» a rischio il rispetto dei tempi, il premier, sentita la cabina di regia, assegna 15 giorni per rimediare. Se non lo fa scatta il commissariamento

Alla fine la quadra è stata trovata, e il Cdm ha varato l’atteso decreto Recovery (68 articoli), con dentro sia le misure sulle semplificazioni sia la governance per il piano nazionale di Ripresa e Resilienza, il Pnrr. In realtà le tensioni non sono mancate, tanto che le Regioni nell’incontro di stamattina hanno addirittura minacciato il ricorso alla Corte costituzionale, e i sindacati oggi sono scesi in piazza per chiedere la proroga del blocco dei licenziamenti. Alla fine però ecco l’intesa (mentre nel frattempo la Commissione europea ha ribadito che i primi fondi del Recovery found arriveranno sicuramente a luglio).


La cabina di regia

Il punto centrale è la cabina di regia presieduta dallo stesso Draghi, che a rotazione potrà chiamare i ministri interessati. Insomma, se un sindaco, un governatore di Regione, un presidente di provincia, o un qualsiasi altro ente attuatore del Recovery, mette anche solo «potenzialmente» a rischio il rispetto dei tempi del progetto, il presidente del Consiglio, sentita la cabina di regia, assegna 15 giorni per rimediare. Se non lo fa, lo stesso Draghi porta la questione in consiglio dei ministri e viene nominato un commissario. Il modello, insomma, è quello dell'Expo o del Ponte di Genova. Sui progetti del Recovery non sono ammessi ritardi. Per quanto riguarda invece il secondo nodo sul tavolo, quello delle soglie per i subappalti, il compromesso prevede la cancellazione del massimo ribasso e che venga determinato fino al 31 ottobre il limite del 50 per cento ai lavori assegnabili a terzi. Una soluzione, tuttavia, solo a tempo, in attesa di approvare una riforma complessiva del codice. Anche perché, ha ricordato lo stesso Draghi, la normativa europea ha liberalizzato quest' area, facendo cadere i limiti dell'ordinamento italiano. Infine, c’è anche l’obbligo di assumere almeno il 30 per cento di giovani e donne. Ma per quanto concerne la Pubblica Amministrazione se ne parlerà la prossima settimana in un nuovo decreto.


Il Global solutions summit

"Garantire che i Paesi più poveri abbiano accesso a vaccini efficaci è un imperativo morale. Ma c'è anche una ragione pratica e, se vogliamo, egoistica. Finche' la pandemia infuria, il virus può subire mutazioni pericolose che possono minare anche la campagna di vaccinazione di maggior successo". Questo il passaggio centrale dell'intervento del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, al Global solutions summit, evento a cui ha partecipato anche la Cancelliera tedesca Angela Merkel Draghi evidenzia un insegnamento che deriva dalla pandemia: "All'inizio gli Stati non hanno condiviso le informazioni per un po' di tempo. Ci sono stati problemi fra Stati e non c'è stato abbastanza multilateralismo. Ora il multilateralismo sta ritornando. La crisi sanitaria ci ha insegnato che è impossibile affrontare i problemi globali con soluzioni interne".


Il clima

"Lo stesso vale per le altre sfide determinanti dei nostri tempi: il cambiamento climatico e le disuguaglianze globali". Il premier italiano evidenzia i danni derivanti dal Covid e dai cambiamenti climatici: "I ghiacci polari si stanno sciogliendo e il livello del mare è in aumento. il numero di disastri legati al clima è più che triplicato a partire dagli anni '60, e questi eventi sono destinati ad intensificarsi nei prossimi decenni. Nei paesi a basso e medio reddito, le calamità naturali arrivano a costare 390 miliardi di dollari all'anno, una cifra sconvolgente. L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che il cambiamento climatico causerà 250.000 morti all'anno tra il 2030 e il 2050". "L'Italia - prosegue Draghi – è co-presidente della COP26 in partnership con il Regno Unito. Abbiamo due obiettivi chiari. il primo è impegnarsi a raggiungere obiettivi di riduzione delle emissioni sufficientemente ambiziosi al punto da limitare il surriscaldamento globale non oltre 1,5 gradi e da raggiungere le emissioni nette pari a zero entro il 2050. il secondo è mitigare i potenziali danni associati ai cambiamenti climatici. Infine, dobbiamo intraprendere un'azione incisiva per affrontare le disuguaglianze globali. Le crisi sanitarie e climatiche rischiano di aggravare le disparità già esistenti. La pandemia ha contribuito a portare almeno 88 milioni di persone in condizioni di povertà estrema nel 2020. Secondo la Banca Mondiale, il cambiamento climatico potrebbe spingerne altri 132 milioni nei prossimi 10 anni". Draghi rimarca che il 40% del Pnrr sarà destinato alla transizione ecologica. Il Governo italiano si impegna molto anche per la parità di genere: "Abbiamo nominato per la prima volta una donna al vertice dei servizi segreti" dice il premier, senza citare il nome di Elisabetta Belloni nuovo capo del Dis. Il Presidente del Consiglio vorrebbe che il mondo accelerasse per l'uscita dal carbone e alla Cina Draghi manda un messaggio chiaro: "La Cina conta per il 70% del Pil globale ma anche il 30% delle emissioni di gas. Serve preservare uno spazio di dialogo e cooperazione basato sulla condivisione di regole globali comuni, senza indietreggiare sui nostri valori democratici e anche affermando i nostri interessi europei”.


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