Governo, vertice Meloni-Cav e il puzzle delle presidenze delle Camere. Il Pd voterà scheda bianca

Governo, vertice Meloni-Cav e il puzzle delle presidenze delle Camere. Il Pd voterà scheda bianca

Governo, vertice Meloni-Cav e il puzzle delle presidenze delle Camere. Il Pd voterà scheda bianca


Domani prima seduta del nuovo Parlamento, e si vota per i presidenti di Montecitorio e Palazzo Madama. In pole position ci sono rispettivamente il leghista Molinari e La Russa, Fratelli d’Italia. Giorgetti intanto appare sempre più vicino all’Economia

Fitta giornata di incontri per continuare a definire la squadra di governo e per tentare di trovare un ordine al complicato puzzle di presidenze e vicepresidenze per i due rami del Parlamento. Dopo il faccia a faccia di ieri tra i leader di FI e della Lega a Villa Grande, oggi vertice tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, con il leader del Carroccio Salvini che ha tenuto alla Camera il Consiglio federale del partito.


I nodi

I nodi da sciogliere sono soprattutto quelli del Mef e delle presidenze delle Camere. Nel centrodestra si ostenta sicurezza nelle dichiarazioni ufficiali: "è tutto pronto" e, a parte i tempi tecnici che si devono rispettare per forza, non ci sarà alcun ritardo. Piuttosto esplicito sul punto è Fabio Rampelli che dà delle "capre" a tutti quelli che continuano a parlare di "tempi lunghi" visto che il timing che porta alla formazione del Governo è dettato dalla Costituzione. Il senatore di FdI Giovanbattista Fazzolari, responsabile del Programma del partito, afferma “che non ci sono criticità particolari”. Sono ottimista, è tutto pronto", assicura la stessa Giorgia Meloni.

La quadra

Eppure off the record in molti fanno capire che una quadra è ancora lontana. Salvini riunisce di nuovo il Consiglio Federale e alla Camera vede alcuni esponenti del partito come Roberto Calderoli che viene dato tra i papabili per la presidenza del Senato, anche se per quello stesso incarico sono alte al momento le quotazioni di Ignazio La Russa che nel pomeriggio accompagna Giorgia Meloni a Villa Grande, da Berlusconi. Intanto, in vista di domani, quando le Camere finalmente potranno insediarsi e cominciare a votare per i presidenti, continuano le procedure di accreditamento degli eletti. Al Senato, tra gli altri, si registrano Berlusconi, che annuncia il suo ritorno alla Camera Alta con un Tweet: "Eccomi di nuovo", e Marcello Pera, già presidente di Palazzo Madama dal 30 maggio 2001 al 27 aprile 2006, passato nel frattempo da FI al partito di Giorgia Meloni.

L’accredito

Alla Camera, varcano la sala del Mappamondo per accreditarsi Giuseppe Conte, Enrico Letta e Antonio Tajani. Per completare le procedure c'è tempo fino a venerdì alle 20, ma è prevedibile che chi non lo abbia ancora fatto si presenterà domani, dopo ave partecipato alla prima chiama per l'elezione del presidente di Montecitorio. Per la quale si annunciano tempi non brevi visto che buona parte dell'opposizione, a cominciare dal Pd, opterà per la scheda bianca almeno per le prime due votazioni. Si è registrata, invece, ieri pomeriggio Giorgia Meloni che si dice ottimista anche sul fatto che si riesca a indicare almeno il presidente del Senato entro domani. "Non possiamo perdere tempo, la situazione dell'Italia non e' facile", dichiara la premier in pectore che a Montecitorio vede vari big del partito tra cui La Russa, Giovanbattista Fazzolari, Giovanni Donzelli e Andrea Delmastro. Se la guida di Palazzo Madama dovesse toccare a FdI, alla Camera lo scranno più alto potrebbe toccare alla Lega. E Salvini punta su Riccardo Molinari, attuale capogruppo.

L’opposizione

In attesa che si decidano gli equilibri almeno nei due rami del Parlamento, l'opposizione si organizza e si divide. Il Pd riunisce gli eletti per fare il punto su domani e per discutere anche dell'idea di fare opposizione insieme al M5S lanciata da Enrico Letta. Ma è sulla pace in Ucraina che i fronti si dividono. Ognuno organizza una propria piazza e indica una motivazione diversa.
 

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