Gran Bretagna, i giudici danno torto a Johnny Depp, il Sun non lo diffamò
02 novembre 2020, ore 20:30
Il tabloid aveva descritto l'attore come un 'picchiatore coniugale' in relazione alle presunte violenze su Amber Heard
La sentenza contro Depp
Una sentenza che rischia di sgretolare la carriera cinematografica di Johnny Depp, oltre alla sua reputazione di uomo, dopo aver fatto emergere - nel corso di un ciclo di udienze imbarazzanti quanto scioccanti - le scene più intime e raccapriccianti di un matrimonio da incubo con Amber Heard. E' questo il senso dell'epilogo con cui la giustizia britannica ha respinto oggi la denuncia per diffamazione presentata come un boomerang in tempi di #MeToo dalla star hollywoodiana contro il tabloid Sun, che nel 2018 gli aveva affibbiato in un articolo l'etichetta di "picchiatore" coniugale. Un'immagine "sostanzialmente vera", ha stabilito il giudice Andrew Nicol, dell'Alta Corte di Londra, rigettando l'istanza di Depp e legittimando di fatto, almeno in parte, le accuse scagliate dopo il divorzio nei suoi confronti dalla Heard, ex modella e attrice americana come lui.
Una sconfitta cocente
Per il protagonista della saga dei Pirati dei Caraibi si tratta di una sconfitta cocente, dalle conseguenze potenzialmente devastanti ben oltre i 2,2 milioni d'euro che intanto gli toccherà pagare in spese legali. Non senza una seria minaccia per il suo futuro a Hollywood, dove difficilmente gli verranno perdonate le 12 aggressioni fisiche ai danni dell'ex moglie, cui il giudice Nicol ha dato credito nel motivare la sua sentenza. Nè soprattutto le rivelazioni pubbliche su un'unione breve e turbolenta, consumatasi fra eccessi, abusi, tradimenti, alcol e droghe. E descritta con dovizia di particolari sordidi, foto e filmati domestici, recriminazioni, testimonianze contrapposte (anche da parte di diversi vip) nelle 16 udienze svoltesi durante tre mesi dinanzi alla corte londinese e ai riflettori mediatici fino all'estate. Gli avvocati di Amber Heard si sono detti ovviamente compiaciuti del verdetto britannico, commentando di "non esserne sorpresi" e di volerne utilizzare le conclusioni per far leva anche sulle successive partite legali nell'arena della giustizia Usa. Altrettanto soddisfatti il giornalista autore dell'articolo che accusava Depp e la News Group Newspapers, casa editrice del tabloid Sun che fa capo a Rupert Murdoch, un cui portavoce ha elogiato il ruolo svolto nel processo dall'attrice in veste di testimone: "Gli abusi domestici - il suo commento - non devono mai essere silenziati e noi ringraziamo il giudice per la sua attenta valutazione dei fatti, nonchè Amber Heard per il coraggio con cui ha deposto in aula''.
La difesa di Johnny Depp
Di avviso opposto, viceversa, il team legale di Johnny Depp che ha subito presentato appello contro una sentenza definita "perversa quanto sconcertante". "Si tratta di un giudizio talmente inconsistente che sarebbe ridicolo non contestare", si legge in un duro comunicato emesso dallo studio legale Schillings. Un verdetto che tuttavia rischia di pregiudicare un'altra causa per diffamazione, intentata in questo caso oltreoceano per un articolo scritto dalla Heard in persona sul Washington Post, nella quale l'attore americano ha già chiesto 50 milioni di dollari di risarcimento di fronte a una corte della Virginia . "Siamo determinati a ottenere giustizia per Amber Heard pure negli Usa e a difendere il suo diritto alla libertà di espressione", ha tagliato corto Elaine Charlson Bredehoft, una degli avvocati americani dell'ex modella. Mentre l'immagine pubblica di Depp, o ciò che ne rimane, sembra poter cadere rapidamente a pezzi. "Per Johnny rinnovare i fasti del passato sarà una vera impresa - è la previsione tetra di Mark Borkowski, esperto di pubbliche relazioni - come scalare l'Everest senza ossigeno, scalzo e in mutande"
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