Un successo, sabato sera all’ Arena di Verona, la terza rappresentazione della Turandot

Un successo,  sabato sera all’ Arena di Verona, la terza rappresentazione della Turandot

Un successo, sabato sera all’ Arena di Verona, la terza rappresentazione della Turandot


23 giugno 2024, ore 20:00

Il soprano russo Olga Maslova con la sua splendida voce ha convinto tutti

Grandi applausi sabato sera all’ Arena di Verona per la terza rappresentazione della Turandot di Giacomo Puccini, firmata da Franco Zeffirelli. Un allestimento che dopo avere intercettato e formato il gusto di un’epoca regge al trascorrere del tempo e alla mutata sensibilità del pubblico. Spettacolarità è la parola chiave di questa regia, pienamente giustificata perché coerente con la drammaturgia del capolavoro pucciniano. Il soprano russo Olga Maslova, la protagonista, ha convinto tutti con la sua voce di notevole volume e solida nel registro centrale. Applausi anche per Gregory Kunde nei panni di Calaf con il consueto carisma scenico e vocale. Ecco il cast stellare: la Principessa Turandot Olga Maslova, l’Imperatore Altoum Leonardo Cortellazzi, Timur Riccardo Fassi, il Principe ignoto Gregory Kunde, Liù Maria Agresta, Ping Youngjun Park, Pang Riccardo Rados, Pong Matteo Macchioni, un mandarino Hao Tian, il Principe di Persia Eder Vincenzi, le ancelle di Turandot Grazia Montanari, Mirca Molinari, orchestra, coro, ballo e tecnici della Fondazione Arena di Verona. Direttore Michele Spotti. Maestro del coro Roberto Gabbiani. Coro di voci bianche A.d’A.Mus. Maestro del Coro di voci bianche Elisabetta Zucca.  Costumi Emi Wada. Movimenti coreografici Maria Grazia Garofoli. Coordinatore del Ballo Gaetano Petrosino. Direttore allestimenti scenici Michele Olcese


La Turandot

La Turandot è un'opera in 3 atti e 5 quadri, su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, lasciata incompiuta da Giacomo Puccini e successivamente completata da Franco Alfano, uno dei suoi allievi. Fu rappresentata per la prima volta il 25 aprile 1926 al Teatro alla Scala di Milano sotto la direzione di Arturo Toscanini, il quale interruppe la rappresentazione a metà del terzo atto, due battute dopo il verso «Dormi, oblia, Liù, poesia!», ovvero dopo l'ultima pagina completata dall'autore, dichiarando al pubblico: "Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto". La sera successiva, sempre sotto la direzione di Toscanini, l'opera fu rappresentata nella sua completezza, includendo anche il finale di Alfano.



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