11 aprile 2021, ore 13:00
Sotto accusa il budget del programma di supporto dei prodotti agricoli; si fa poco anche per il settore bio secondo l'associazione ambientalista
Ormai lo sappiamo, frutta e verdura fanno bene alla salute. Generalmente nelle diete alimentari, non solo dimagranti, l’ortofrutta occupa un posto di primo piano. E sappiamo anche che carne e latticini vanno mangiati con moderazione, seppur fondamentali per la crescita di un individuo. E ipotizziamo dato il boom di vendite che il bio stia trovando spazio nelle preferenze dei cittadini del Vecchio Continente. Sulla scia di tutto questo andiamo a vedere come vengono investiti i soldi nell’Unione Europea in ambito agricolo. Perché? Vi sarebbero delle incongruenze in base al grido di allarme lanciato da Greenpeace.
Un’opportunità da non perdere per cambiare rotta
"La commissione Ue è in fase di riesame della politica sulla promozione dei prodotti agricoli e il 31 marzo si èaperta la consultazione pubblica, una nuova proposta è attesa all'inizio del 2022. Parallelamente in questi mesi si definiranno i Piani nazionali di ripresa e resilienza, nei quali si deciderà la destinazione di ingenti fondi pubblici. Bisogna cogliere questa occasione per aiutare agricoltori e allevatori ad avviare una vera transizione del settore adottando pratiche ecologiche e incentivare diete piu' sane principalmente a base vegetale" ha concluso Greenpeace.
Perché l'Unione Europea investe su carne e latticini
"La commissione Europea ha speso per promuovere carne e latticini il 32% dell'intero budget del programma di promozione dei prodotti agricoli europei: 252 milioni di euro in 5 anni, su un totale di 776,7 milioni di euro, a fronte di un piu' modesto 19% speso per promuovere frutta e verdura". E’ quanto emerge da una nuova ricerca di Greenpeace, secondo cui nel periodo 2016-2019 solo il 9% dei fondi è andato a progetti che includono anche la promozione di prodotti biologici, e solo l'1% a favore di carne e latticini biologici".
L’associazione ambientalista: basta promesse, servono i fatti
“Questi numeri mostrano come le promesse di promuovere diete più equilibrate e più sane, contenute per esempio nella strategia 'Farm to fork' o nel Piano europeo di lotta contro il cancro, non trovano al momento riscontro nella distribuzione dei fondi pubblici", ha sottolineato Greenpeace. La richiesta esplicita dell’Associazione ambientalista è molto chiara: stop ad altri finanziamenti pubblici per promuovere carne e prodotti lattiero-caseari frutto di allevamenti intensivi.
"Molte campagne pubblicitarie cofinanziate dall'Ue invece di promuovere una riduzione dei consumi di carne e incentivare diete a base vegetale, cercano di invertire l'attuale tendenza che vede i consumi di carne e latticini calare o crescere più lentamente rispetto al passato. Il contrario rispetto a quanto raccomanda di fare la comunità scientifica per proteggere clima, ambiente e salute" così Simona Savini, campagna agricoltura di Greenpeace Italia.