Greta Thunberg, probabilmente ho avuto il coronavirus, state a casa
24 marzo 2020, ore 19:13
L'attivista svedese ha chiesto che la pandemia non faccia dimenticare la battaglia per il clima
Greta Thunberg ha annunciato oggi di essere stata in isolamento per due settimane con sintomi che sembrano indicare che sia stata contagiata dal coronavirus. L'attivista per il clima, però non è stata sottoposta a tampone perché in Svezia, così come accade in Italia, il controllo viene effettuato solo su chi ha gravi manifestazioni della malattia. Anche il padre di Greta si è ammalato, con febbre più alta della figlia. Ora i due stanno meglio.
Il possibile contagio
Greta e il padre potrebbero essersi contagiati durante un viaggio in Europa. Si sono spostati in treno per raggiungere diverse città e seguire le manifestazioni del movimento Fridays for Future, creato dalla 17enne e che ha convinto a scendere in piazza i giovani di tutto il mondo per cambiare l'attuale situazione climatica. Quando sono tornati in Svezia, Greta e il padre non si sono sentiti bene e si sono curati in casa. Come tante altre persone famose, anche Greta non ha voluto far mancare il proprio appello a restare in casa e a evitare i contatti sociali per riuscire a rallentare la diffusione dei contagi da coronavirus.
La battaglia per il clima
Greta non ha poi dimenticato di ricordare l'importanza della lotta per il clima, anche nel mezzo di una pandemia globale. "Una crisi non esclude l'altra - ha scritto l'attivista - e devono essere affrontate insieme". Secondo Greta, la pandemia "è un'altra dimostrazione del nostro modo insostenibile di vivere, che le nostre società non sono molto resilienti, ma anche che di fronte a un'emergenza possiamo agire e cambiare velocemente i nostri comportamenti". La giovane svedese è diventata famosa in tutto il mondo dopo il discorso che ha tenuto alla conferenza sul clima di Katowice, in Polonia, nel 2018. Da lì l'inizio degli scioperi ogni venerdì davanti al Parlamento svedese e la popolarità che ha portato la protesta in tutto il mondo. Anche in Italia, migliaia di giovani hanno organizzato cortei per invitare i Governi a cambiare rotta. Se il cambiamento climatico arriverà a un punto di rottura, non si potrà più tornare indietro.
Il crollo dell'inquinamento
La pandemia, intanto, paradossalmente è riuscita in qualche modo ad aiutare la terra. Da quando è iniziata l'emergenza, si sono notevolmente ridotti i livelli di inquinamento in diverse zone del mondo, in particolare in Europa e in Cina. Osservando le immagini della Nasa e dell'Agenzia Spaziale Europea, è possibile notare una drastica diminuzione dei livelli di biossido di azoto. L'inquinante viene emesso da veicoli, centrali elettriche e impianti industriali. Gli esperti però hanno già messo in guardia: se alla ripresa delle attività non saranno messi in atto comportamenti virtuosi, in breve tempo tutto tornerà come prima.
Aria pulita a New York
Negli Stati Uniti l'epidemia sta crescendo. Il presidente Trump ha deciso il lockdown, cioè la chiusura totale, della California e di New York. E proprio nella Grande Mela l'inquinamento si è già ridotto del 50%, soprattutto per la diminuzione delle auto, che in condizioni normali soffocano la città. Boccata d'aria anche per Los Angeles e San Francisco, dove la diffusione del coronavirus, seppur in assenza di provvedimenti drastici, ha portato a una forte diminuzione del traffico, soprattutto nelle ore di punta.