Grido d'allarme dei medici italiani sull'emergenza coronavirus, gli ospedali sono vicini al collasso
Grido d'allarme dei medici italiani sull'emergenza coronavirus, gli ospedali sono vicini al collasso
11 novembre 2020, ore 16:00 , agg. alle 16:35
Allarme anche degli psichiatri, la divisione dell'Italia in zone di diverso colore può causare problemi psichici e di ansia
Da diversi giorni i medici descrivono la situazione degli ospedali come allarmante. Molti dei posti disponibili nelle strutture sanitarie del nostro Paese sono occupati da malati Covid e quasi tremila persone sono in terapia intensiva per il coronavirus. Si attendono i risultati delle misure di contenimento prese, ma i camici bianchi, anche oggi, hanno chiesto aiuto.
Il grido d'allarme
I medici internisti, geriatri e infermieri di medicina interna oggi hanno scritto una lettera aperta. Nel documento si legge che gli ospedali sono ormai vicini al collasso per carenza di personale e di posti letto dopo la rapida e vertiginosa diffusione della seconda ondata di Covid. Nella lettera l'invito è a non sminuire assolutamente la situazione, che viene definita drammatica. Nei giorni scorsi, infanti, sono stati diffusi diversi video fake che mostravano ospedali e pronto soccorso completamente vuoti. Sui social sono molti quelli che hanno ricondiviso i filmati, poi rivelatisi falsi. Secondo i medici, ormai in tante regioni i tassi di occupazione dei reparti di Area medica sono ormai superiori al 100% considerando anche i malati di coronavirus. Le possibilità di accesso alle cure si stanno riducendo e, secondo i medici, continuando così non potrà essere garantita assistenza di qualità ai malati cronici e ai malati acuti non Covid.
L'appello ai media
I medici sostengono che l'analisi continua dei dati, proposta ogni giorno dai mezzi di informazione, possa indirizzare l'opinione pubblica verso rassicurazioni del tutto inopportune. Il rischio è che la popolazione non percepisca il reale grado di saturazione dei posti letto negli ospedali, che, secondo la lettera, va ben oltre il 30-40% che viene generalmente comunicato.
L'opinione dei pediatri
Un altro appello è arrivato oggi da sedici tra i più importanti medici e pediatri italiani, che chiedono che non sia chiusa la scuola nonostante l'emergenza per la seconda ondata di coronavirus. Gli esperti auspicano l'applicazione di lockdown intermittenti o di micro lockdown regionali, che possano concentrarsi solo su comuni e province dove i contagi sono in forte crescita e il carico sugli ospedali è insostenibile. Secondo i pediatri, la risposta alla crescita dei contagi non può essere la chiusura della scuola perchè all'interno degli edifici scolastici non si sono verificati significativi hotspot di contagi.
Le conseguenze sui più piccoli
Secondo uno studio scientifico realizzato durante il primo lockdown di primavera su più di duemila ragazzi tra gli 11 e i 19 anni, il 58,5% ha dichiarato di avere tristezza e crisi di pianto a causa del fatto di non poter andare a scuola. Il 52,4% poi ha riferito disturbi di tipo alimentare e il 44,3% disturbi del sonno. Secondo gli esperti, un ulteriore chiusura delle scuole potrebbe avere conseguenze psicologiche, educative e sociali drammatiche oltre che economiche.
La preoccupazione degli psichiatri
Gli esperti della Società Italiana di Psichiatria hanno affermato che gli atteggiamenti di rancore e rivalità tra cittadini di Regioni appartenenti a fasce di rischio diverse, ritenute discriminatorie, possono accentuare comportamenti psicopatologici e peggiorare sintomi ansioso-depressivi. Questo, secondo i medici, riguarderebbe in maniera particolare negozianti, ristoratori e tassisti, le categoria più penalizzate dalle ultime misure restrittive contro il Covid.