07 ottobre 2024, ore 08:06
I conflitti e i cambiamenti climatici stanno riducendo la produzione agricola globale, alzano i prezzi e aggravano l’insicurezza alimentare, colpendo milioni di persone
Le guerre e il cambiamento climatico stanno causando danni sempre più gravi all'economia globale, con effetti diretti sulla produzione agricola, una crescita notevole dei prezzi e un aumento dell'insicurezza alimentare. Questo è l'allarme lanciato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) durante la sua prima conferenza internazionale organizzata in collaborazione con l’Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti-Pescara.
LA GUERRA IN MEDIO ORIENTE
Le tensioni crescenti in Medio Oriente hanno portato, in meno di tre giorni, a un aumento del prezzo del petrolio del 6,5%, con un impatto immediato sui prezzi al consumo, già influenzati negativamente da ondate di caldo e siccità, fenomeni sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici. Secondo SIMA, rispetto a trent’anni fa, le perdite annue in alcune coltivazioni risultano drammatiche: sono 69 milioni di tonnellate per i cereali, 40 milioni per la frutta, 40 milioni per lo zucchero e 39 milioni per le verdure, per un totale di circa 190 milioni di tonnellate di cibo in meno all'anno. A questo scenario complesso si aggiunge il peso dei conflitti armati. SIMA evidenzia che, ad esempio, circa il 18% dei terreni agricoli nelle regioni orientali dell’Ucraina è rimasto incolto dal 2022 a causa della guerra, con conseguenze significative sulla produzione agricola del Paese: la produzione di mais è diminuita del 36%, quella di grano del 35% e quella dei semi e dell’olio di girasole del 10%. Tali flessioni impattano sul mercato globale, determinando aumenti di prezzo a livello internazionale che si riflettono anche sui consumatori italiani. Tra il 2022 e il 2024, i prezzi degli alimenti in Italia sono aumentati del 21,1%, con rincari record per riso (+43,6%), olio di semi (+45,8%), farina e cereali (+25,9%) e pasta (+30,7%).
LA RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE AGRICOLA
La riduzione della produzione agricola acuisce il problema della malnutrizione, specie nelle aree più povere, dove le persone dipendono da coltivazioni a basso costo. Ad esempio, secondo il Famine Review Committee, nella Striscia di Gaza il 50% della popolazione vive in condizioni di grave insicurezza alimentare, mentre in Sudan sono in questa condizione 25,6 milioni di persone, pari a metà della popolazione, e 17 milioni in Yemen, tutte aree pesantemente segnate da conflitti in corso. “Gli eventi climatici estremi e i disastri naturali, insieme alle guerre, influenzano direttamente i sistemi alimentari, la produzione e i prezzi dei beni alimentari”, spiega Marcello Iriti, responsabile per la sicurezza alimentare di SIMA e professore all’Università di Milano. “È una realtà complessa che richiede risposte articolate e azioni incisive nelle politiche estere, energetiche, economiche e alimentari”.