Harris vs Trump, tra affondi, scivolate e momenti di tensione, il primo e forse unico duello televisivo a Filadelfia

Harris vs Trump, tra affondi, scivolate e momenti di tensione, il primo e forse unico duello televisivo a Filadelfia

Harris vs Trump, tra affondi, scivolate e momenti di tensione, il primo e forse unico duello televisivo a Filadelfia Photo Credit: agenziafotogramma.it


Uno scontro ricco di tensione e colpi di scena quello andato in scena su ABC News tra i due candidati alle presidenziali degli Stati Uniti. Tanti i temi toccati, dall'economia, all'aborto, fino alla politica estera

In una serata ricca di colpi di scena, momenti di tensione e scambi pungenti, il primo, e probabilmente unico, confronto televisivo tra Kamala Harris e Donald Trump ha avuto luogo a Filadelfia, una città simbolica della democrazia americana e un punto cruciale per la corsa alla Casa Bianca. Il dibattito ha affrontato una vasta gamma di temi, dalla politica economica alla guerra in Ucraina, dalla crisi a Gaza all’aborto, dall’immigrazione all’Afghanistan. Harris ha avuto l’opportunità di presentarsi al pubblico americano come una figura distinta, cercando di affrancarsi dall’ombra dell’amministrazione Biden e posizionarsi come leader di una "nuova generazione". In apertura del confronto, ha persino rotto il ghiaccio avvicinandosi a Trump e presentandosi, sottolineando la sua intenzione di segnare un distacco dal passato: "Non sono né Biden né Trump, sono Kamala Harris".


HARRIS VS TRUMP SU POLITICA ESTERA

La strategia di Harris durante il dibattito è stata chiara: mettere all’angolo il suo avversario con calma e determinazione, ma non senza qualche frecciata tagliente. Ha ripetutamente attaccato Trump su diversi fronti, accusandolo di aver "svenduto gli Stati Uniti alla Cina" con la sua politica sui semiconduttori e criticando la sua vicinanza a dittatori come Vladimir Putin e Kim Jong Un. Con un tono sarcastico, ha ricordato le "lettere d’amore" tra Trump e il leader nordcoreano, mentre sul tema dell’amicizia con Putin ha affermato: "Se Trump fosse presidente, Putin sarebbe a Kiev con lo sguardo puntato sull’Europa". Un’affermazione che ha suscitato una reazione immediata da parte dell’ex presidente, ma che ha lasciato il segno sul tema della politica estera.


LE POLEMICHE SULL'ABORTO

Uno dei momenti più incisivi del dibattito è stato quello sull’aborto. Harris ha affermato con fermezza che "il governo, e soprattutto Donald Trump, non dovrebbero dire a una donna cosa fare con il suo corpo", in netto contrasto con le posizioni dell’ex presidente, che ha affermato, in modo confuso, che i democratici vogliono consentire l’aborto nel "nono mese" di gravidanza. Durante questa parte del dibattito, Trump ha anche confuso la Virginia con la West Virginia, suscitando ulteriori critiche. L'approccio di Harris è stato quello di ricordare agli americani i risultati disastrosi, a suo avviso, della presidenza Trump. Ha sottolineato come l’ex presidente abbia lasciato un’eredità di disoccupazione ai massimi storici dalla Grande Depressione e ha evidenziato il caos creato dalla sua gestione della pandemia di Covid-19. Non ha mancato di rinfacciargli i suoi problemi legali, affermando che non può parlare di "crimini dei migranti" mentre lui stesso è stato "condannato e perseguito". Ha anche giocato sulla retorica dei comizi, dichiarando che le persone ai comizi di Trump se ne vanno "per noia ed esasperazione".


TRUMP E L'ATTACCO A HARRIS E L'AFHANISTAN

Dal canto suo, Trump ha mantenuto il suo stile di attacco, definendo Harris una "marxista" che ha distrutto il Paese con politiche "folli" e ha affermato che sotto la sua guida gli Stati Uniti crollerebbero entro due anni. In alcuni momenti, Trump è riuscito a mettere a segno battute efficaci, come quando ha interrotto Harris con la frase "sto parlando io", un riferimento alla famosa frase usata da Harris contro Mike Pence durante il dibattito tra vicepresidenti del 2020. Tuttavia, Trump è apparso spesso irritato e nervoso, alzando il tono e finendo per fare alcune gaffe significative, come quando ha ripetuto una falsa teoria secondo cui gli immigrati haitiani mangiano i gatti domestici degli americani. Sul tema del ritiro dall’Afghanistan, Trump ha cercato di mettere in difficoltà Harris, attaccando la gestione disastrosa dell’amministrazione Biden. Tuttavia, la vicepresidente è riuscita a smarcarsi, ricordando che fu proprio Trump a siglare un accordo fallimentare con i talebani e che addirittura li aveva invitati a Camp David, un luogo sacro per gli Stati Uniti. Anche su questo punto, Harris ha mantenuto il controllo della discussione, respingendo gli attacchi con una calma imperturbabile.


L'ENDORSEMENT DI TAYLOR SWIFT

Alla fine del dibattito, Trump ha dichiarato di non aver mai dibattuto così bene in vita sua, ma ha anche accusato i moderatori di essere di parte, confermando la sua consueta critica ai media. Harris, al contrario, ha chiesto immediatamente un secondo dibattito, segno di sicurezza e determinazione. Questo gesto è stato interpretato come un segnale di forza da parte della vicepresidente, che ha anche ricevuto un importante sostegno: quello di Taylor Swift, una delle celebrità più influenti del panorama culturale americano, che ha espresso il suo endorsement a favore di Harris al termine del dibattito.


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