"Here", arriva in sala il film di Zemeckis con Tom Hanks e Robin Wright
09 gennaio 2025, ore 15:00
Una sola inquadratura, che cambia continuamente sotto i nostri occhi in un affresco variegato dove il cinema è al servizio di un'idea romantica e potente
Robert Zemeckis torna ad esplorare la sua ossessione cinematografica, quella che da sempre nella sua filmografia ha messo in scena con forme e stili diversi: il viaggio nel tempo. Dal team che ha creato “Forrest Gump”, nasce “Here”, una nuova storia che celebra la bellezza della vita attraverso gli occhi di diversi personaggi, tutti legati da un luogo magico e indimenticabile. In questo angolo speciale del mondo, le loro vite si intrecciano e la storia si dispiega attraverso le generazioni, rivelando con delicatezza l'essenza più pura dell'esperienza umana.
HERE, LA TRAMA DEL FILM
Tempo e spazio. Here è la storia di un luogo e di tutto ciò che lì è accaduto nel tempo, dall’epoca dei dinosauri a oggi. Con una narrazione non lineare, il regista - che è anche produttore e ha co-scritto la sceneggiatura con Eric Roth - mostra al pubblico l’era glaciale, l’epoca del popolo indigeno, il figlio di Benjamin Franklin. È all’inizio del XX secolo che viene costruita, sempre nello stesso luogo, la casa che sarà l’unica ambientazione della gran parte del film e delle vicende dei suoi inquilini: John Harter e la moglie Pauline, la coppia bohémien Leo e Stella Beekman, la famiglia Young e i loro figli, e infine Devon e Helen Harris. Here è il racconto dell’evoluzione della società americana attraverso le storie che si susseguono in un soggiorno, uno sguardo che passa dal colonialismo a Pearl Harbor, dal boom economico degli Anni ’50 al Vietnam, dalle videocassette alla pandemia di Covid.
HERE, LA RECENSIONE DEL FILM
Una sola inquadratura, che cambia continuamente sotto i nostri occhi in un affresco variegato dove il cinema è al servizio di un'idea romantica e potente. La scenografia diventa narrazione, l’immagine diventa interprete e la storia è la scusa per poter giocare ancora una volta con il cinema, sperimentando e innovando come solo Zemeckis sa fare. Non è facile realizzare una pellicola che abbia allo stesso tempo un'impostazione teatrale e cinematografica. I due mezzi espressivi condividono la scena, valorizzandola a vicenda in modo assolutamente perfetto. Un film caldo e avvolgente, molto romantico nella sua concezione della vita, dove le dinamiche dei vari personaggi sono tratteggiate con rispetto e amore. La grande abilità del cineasta è rendere gli effetti speciali veramente magici e funzionali alla storia, senza mai essere fini a se stessi o esibiti solo con la funzione di stupire lo spettatore.
Per la realizzazione della pellicola è stata impiegata una nuova tecnologia, chiamata Metaphysic Live. Grazie ad essa è stato possibile scambiare i volti e far invecchiare o ringiovanire gli attori in tempo reale, invece di utilizzare metodi di elaborazione post-produzione aggiuntivi. Il regista di “Chi ha incastrato Roger Rabbit” del resto è noto per le sue sperimentazioni: pensiamo solo al suo “Polar Express”, sempre con il protagonista Tom Hanks, primo film d’animazione nella storia del cinema ad aver fatto ricorso al computer-generated imagery, ma anche lo stesso Roger Rabbit, dove si combina alla perfezione l’uso dell’animazione bidimensionale con attori in carne e ossa. Un grande sperimentatore, che ha fatto scuola nel mondo di Hollywood e che troppo spesso viene un pò oscurato e dimenticato, soprattutto quando si parla dei grandi nomi della regia americana contemporanea.