Horizon: Costner balla ancora coi lupi nel suo nuovo western
Horizon: Costner balla ancora coi lupi nel suo nuovo western Photo Credit: Ufficio Stampa Warner Bros. Discovery
03 luglio 2024, ore 14:00
Il capitolo 1 uscirà nelle sale domani, 4 Luglio, mentre la seconda parte arriverà al cinema per Ferragosto
Una storia dell'America troppo grande per essere raccontata in un solo film, un vero e proprio evento cinematografico diretto e interpretato da Kevin Costner. Horizon: An American Saga, dopo essere stato presentato in anteprima fuori concorso all’ultima edizione del Festival del Cinema di Cannes, arriva finalmente nelle sale da domani, 4 Luglio con il primo capitolo di una grande epica western.
HORIZON, LA TRAMA IN BREVE
La pellicola esplora il fascino del Vecchio West, e racconta di come sia stato conquistato (e poi perso) attraverso sangue, sudore e lacrime. Percorrendo i quattro anni della Guerra Civile, dal 1861 al 1865, l'ambiziosa avventura cinematografica di Costner condurrà il pubblico in un viaggio emotivo attraverso un Paese in guerra con se stesso e vissuto attraverso il punto di vista di famiglie, amici e antagonisti che cercheranno di scoprire cosa significhi veramente essere ‘gli Stati Uniti d'America’. La seconda parte arriverà sul grande schermo il prossimo 15 Agosto.
CINEMA E SERIALITÀ NEL WESTERN ANTICO DI COSTNER
Horizon cammina piano, ma non perché sia lento o tedioso, ma perché vuole prendersi il suo tempo per presentarci l’immaginario che intende raccontare. Lo stesso Costner non ha fretta di entrare in scena e infatti si palesa sullo schermo soltanto dopo un’ora di film. Anche se lui è presente in ogni angolo della realizzazione di Horizon (sceneggiatore, regista, attore e produttore), sa bene che non è lui il protagonista della narrazione che intende portare avanti. È un racconto corale dove ogni personaggio offre uno spaccato importante per questo grande affresco. Costner non si limita ad introdurre solo i personaggi e gli eventi, ma anche l’ambientazione e il periodo storico, calando lo spettatore all’interno di un universo dove potersi orientare senza perdersi. Mentre si guarda Horizon si ha la sensazione di trovarsi di fronte a tre episodi di una serie tv, ma non soltanto per via della durata della pellicola (che può essere suddivisa benissimo in tre episodi da un’ora durando 180 minuti) ma anche per come viene gestito il passo della narrazione. Costner decide di mappare più storie insieme, creando un affresco variegato ma mai compiuto fino in fondo, dandoci solo un assaggio e spingendoci a guardare ancora. Sì perché Horizon è il Capitolo 1 che avrà poi un sequel in uscita a breve, precisamente il 15 Agosto. Poi, se dovesse trovare il favore del botteghino, potrebbe espandersi in altri capitoli di una grande saga. Le premesse sono buone, il progetto ambizioso anche se forse un pó troppo senile. Sembra di entrare in un palazzo antico, dal sapore retró e impregnato del profumo dei mobili di legno. Horizon è volutamente classico, un cinema western alla vecchia maniera che rifiuta le logiche post moderne per abbracciare quel romanticismo e quel calore che era proprio di una certa filmografia del passato.
COSTNER CINEMATIC UNIVERSE
Si avverte a più riprese l’effetto “Balla coi lupi”(pellicola diretta da Costner nel 1990 che gli consentì di entrare nell’Olimpo di Hollywood) ma anche “Open Range” quella terra di confine del 2003 sempre diretta da lui. C'è ovviamente John Ford, padre putativo del genere Western americano a cui il regista ha sempre detto di aver guardato per il suo cinema. Non manca anche quel pizzico di Yellowstone, serie di cui Costner è anche produttore esecutivo e che gli ha consentito di portare avanti gli stilemi tipici del western Movie, esplorandoli però nel formato più piccolo e raccolto della televisione. Tutto questo crea un corpus organico che assomiglia quasi ad una sorta di summa di tutta l’opera di Costner ma il rischio di “già visto” è dietro l’angolo. Ma forse il ruolo di Horizon non è quello di portare una ventata di innovazione o di creare qualcosa di nuovo. Forse vuole essere una sorta di monumento, per ricordare un tipo di cinema di un tempo. Un pò effetto nostalgia di un prodotto conservatore che però fa il suo lavoro nel migliore dei modi.