I banchi a rotelle finiscono in soffitta in Veneto, aperta un'indagine conoscitiva, farebbero venire il mal di schiena

I banchi a rotelle finiscono in soffitta in Veneto, aperta un'indagine conoscitiva, farebbero venire il mal di schiena

I banchi a rotelle finiscono in soffitta in Veneto, aperta un'indagine conoscitiva, farebbero venire il mal di schiena


01 febbraio 2021, ore 13:30 , agg. alle 15:24

Continua la polemica sui nuovi strumenti in dotazione alle scuole italiane, sarebbero sedute progettate per gli adulti e non per i ragazzi

I banchi a rotelle fanno male alla schiena. È il triste verdetto della Regione Veneto nei confronti degli innovativi strumenti che avrebbero dovuto garantire il distanziamento a scuola ed il ritorno alla normalità degli alunni.

Aperta in Veneto un'indagine conoscitiva

L’assessore regionale Donezzan, questa mattina, ha avviato un’indagine conoscitiva sulla vicenda. Il deputato della provincia di Belluno, Dario Bond, ha rincarato la dose: ''Dopo la questione sollevata dallo Snals sui banchi a rotelle, la regione Veneto ha deciso di rottamarli perché, essendo stati progettati per gli adulti, creerebbero problemi alla schiena dei ragazzi. Di questi banchi, il commissario Arcuri ne ha comprati ben 430 mila. Per un totale di 119 milioni di euro. Duecentottanta euro l'uno, contro i 100 di un banco tradizionale. Inutili, dannosi e pure costosi”. ''Solo in provincia di Belluno – continua Bond - 9mila banchi sono già stati messi in magazzino. Si faccia subito chiarezza con un esposto alla Procura generale della Repubblica, affinché con la Corte dei Conti, si possa indagare sui costi e sulle responsabilità. Il fallimento dei banchi è una spesa a carico del nostro Paese, degli italiani”.

I banchi non sarebbero omologati

Non arretra di un millimetro il ministro dell’Istruzione, Azzolina: “ una polemica stucchevole. I banchi hanno contribuito a ridurre i contagi nelle scuole”. Sarà pure così, ma il fatto che in alcune scuole medie i banchi a rotelle siano già finiti in magazzino non è un buon segno. L’assessore veneto Donezzan spiega: “C’era da aspettarselo. Già a luglio avevamo segnalato che quei banchi erano pericolosi. Non c’è nessuna omologazione. Dalla scheda tecnica risulta che sono “sedute con rotelle per adulti”. Non sono per niente adatti ai ragazzi, soprattutto nella fase della crescita”.

Il pensiero del ministro Azzolina

Solo due mesi fa il ministro Azzolina scriveva: “Due milioni e quattrocento mila banchi sono stati consegnati alle scuole. Sulle sedute innovative, che molte scuole hanno richiesto per migliorare la didattica in classe, favorendo, oltre al distanziamento, il lavoro di gruppo per il futuro, sono stati fatti meme, tante battute (alcune anche divertenti, a dire il vero), e attacchi feroci. C’è chi ha usato il termine “banchi a rotelle” per prendere in giro me, senza rendersi conto di offendere uno strumento che centinaia di istituzioni scolastiche già utilizzavano proficuamente in classe e in laboratorio. Tanti parlavano e continuano a parlare di scuola senza conoscerla, avendola solo frequentata qualche anno fa. Sui banchi tradizionali monoposto – continua Azzolina - qualcuno ha detto che non servivano, che abbiamo buttato soldi. Senza sapere, magari, che i nostri studenti sedevano su sedie malmesse e spesso utilizzavano banchi di qualche decennio fa. Dicevano che non ce l’avremmo fatta. Che i banchi non sarebbero mai arrivati. Abbiamo letto e ascoltato di tutto, compresi conteggi fuori dal mondo sui costi di questa operazione. Abbiamo risposto con i fatti. Fino a ieri migliaia di studentesse e studenti facevano didattica sugli stessi banchi dei nonni. Questa squadra lascia in eredità alla scuola nuovi arredi, dopo anni di immobilismo. Le chiacchiere passano. I fatti restano“.

Quanto sono costati?

Insomma, una difesa spasmodica della scelta. Qualcuno dice sia una polemica pretestuosa. Non siamo d’accordo. In realtà non si è ancora capito quanto siano costati gli innovativi banchi a rotelle. Sessanta milioni di euro? Centoventi? Qualcuno dice addirittura 400? Le cifre sono divergenti. A questa domanda, ancor prima di ogni polemica, dovrebbero rispondere sia il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, sia il commissario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, cosa che, al momento, pare, non si avvenuta.


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