19 marzo 2021, ore 10:00 , agg. alle 11:14
Il 19 marzo, in Italia, si celebra la Festa del papà, a tavola non può mancare la tradizionale zeppola di San Giuseppe, fritta o al forno, la sua storia parte dai latini
Stando alla tradizione, le zeppole di San Giuseppe sono nate a Napoli. La prima ricetta ufficiale si trova, infatti, nel Trattato di Cucina Teorico-Pratico del celebre gastronomo, Ippolito Cavalcanti, Duca di Buonvicino, che, nel 1837, la scrisse in dialetto napoletano con pochi ingredienti: farina, acqua, un pò di liquore d’anice, marsala o vino bianco, sale, zucchero e olio per friggere. Comunque le zeppole esistevano già da secoli, ben prima del 1837, e pare che, nel 1400, rientrassero addirittura tra i “privilegi” del Vicerè di Napoli, Juan II de Ribagorza.
Le leggende sulle zeppole
Come per molti dolci, anche la nascita delle zeppole è legata alla tradizione e alle leggende popolari, risalenti, addirittura, al 500 a.C. Le leggende, come riporta la Gazzetta del Gusto, sono, sostanzialmente, due. La prima, di matrice cristiana, farebbe risalire la nascita delle zeppole alla fuga in Egitto della sacra famiglia. Si dice che San Giuseppe, per mantenere Maria e Gesù, dovette affiancare al mestiere di falegname quello di friggitore e venditore ambulante di frittelle. La seconda storia, invece, ci porta a Roma, durante le celebrazioni delle Liberalia, feste organizzate dai romani in onore delle divinità dispensatrici del vino e del grano. Lì si bevevano fiumi di vino e ambrosia, accompagnati da profumatissime frittelle di frumento, cotte nello strutto bollente. Con l’avvento dell’Imperatore Teodosio II, che proibì qualsiasi culto pagano, cessarono anche le Liberalia. Nella cultura napoletana contemporanea, quella dell'era Covid, invece, le zeppole sono state accostate, simbolicamente, ai figli, alla famiglia, di qui la "figliata", un dolce fatto di zeppole, all'esterno e nel ripieno, pensato dai maestri della pizza e della pasticceria, Francesco "Ciccio" Iocco e Lorenzo Ammendola.
Origine della parola "zeppola"
Sull'origine della parola “zeppola” i pareri sono discordanti. Alcuni ritengono che derivi dal latino serpula, e cioè serpente, e qui si spiegherebbe la forma di serpente attorcigliato su se stesso. Altri, invece, sostengono che il nome derivi da zeppa, dal latino cippus, con cui a Napoli si identifica il fermo di legno posto per correggere i difetti di misura nei mobili. Ancora una volta, dunque, sarebbe evidente il riferimento al mestiere di San Giuseppe. Quel che è certo è che il dolce inizia a prendere la forma che conosciamo oggi, solo nel 1700 e, si narra, che fossero le suore le più brave a cucinarle.
Zeppole in altre regioni italiane
Le zeppole legate al santo cristiano, oggi, sono preparate anche nel Salento, fritte e al forno, farcite con la classica crema o con quella al cioccolato. In Sicilia presentano, invece, una nota più orientaleggiante per via dell’impasto realizzato con la farina di riso e della copertura al miele d’arancio o zucchero a velo. In alcuni paesi della Calabria si prepara una zeppola simile nella forma a quelle partenopee, ma farcita con ricotta, zucchero, cannella e limone e con un impasto che prevede l’uso della patata.