23 gennaio 2022, ore 12:00
Quest'anno i grandi elettori saranno 1.009. La Costituzione prevede che nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l'elezione sia quella dei due terzi dei componenti dell'Assemblea. Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti basterà la maggioranza assoluta
Il Presidente della Repubblica viene eletto in Parlamento, riunito in seduta comune, integrato da 58 delegati regionali. Ogni regione elegge tre rappresentanti, ad eccezione della Valle d’Aosta che ne esprime uno solo. La seduta del Parlamento (la prima domani) è presieduta dal presidente della Camera. Il primo atto consiste nella lettura dell’elenco completo dei rappresentanti regionali.
I grandi elettori e i quorum
Quest'anno i grandi elettori – ovvero gli aventi diritto di voto per l’elezione del Presidente della Repubblica – saranno 1.009. La Costituzione prevede che nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l'elezione sia quella dei due terzi dei componenti dell'Assemblea, che questa volta è di 673 voti. Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti basterà la maggioranza assoluta dei componenti dell'Assemblea, pari a 505 voti.
Come avverrà la votazione
Come di consueto voteranno prima tutti i senatori, poi i deputati e quindi i delegati regionali. Quest'anno si entrerà in ordine alfabetico, 50 alla volta, con una capienza massima di 200 elettori in Aula. La "chiama" dei grandi elettori sarà ripetuta due volte. Ognuno, per assicurare la segretezza del voto, entrerà nelle cabine poste sotto il banco della presidenza, detti “catafalchi” e scriverà il nome del candidato che intende votare nella scheda che gli viene consegnata dal commesso e che è timbrata e firmata dal segretario generale di Montecitorio. Quindi, uscito dalla cabina, l'elettore depositerà la scheda, ripiegata in quattro, nell'urna di vimini e raso verde, ribattezzata "l'insalatiera", davanti alla quale c'è un segretario di presidenza.
Lo spoglio
Lo spoglio viene effettuato dal presidente della Camera, che legge in Aula i nomi dei candidati uno ad uno ad alta voce. Il conto delle schede viene tenuto dai funzionari della Camera e dai componenti dell'ufficio di presidenza di Montecitorio, che si assumono il compito di scrutatori. Nel 1992 Oscar Luigi Scalfaro era presidente della Camera e lesse le schede della votazione che lo portò al Quirinale; ma, poco prima che il quorum fosse raggiunto, lasciò il posto al vicepresidente della Camera, Stefano Rodotà, e aspettò il risultato definitivo nel suo ufficio.