I panda giganti, simbolo del WWF, non sono piu' a rischio di estinzione, ma restano una specie vulnerabile
09 luglio 2021, ore 22:27 , agg. alle 07:55
Mezzo secolo di sforzi della Cina, uniti a quelli della comunita' internazionale, hanno permesso all'orso dal caratteristico vello bianco e nero, di superare la criticità
L'attuale popolazione di panda, il simbolo del Wwf (World Wide Fund for Nature), in natura e' stimata, in questo periodo, a quota 1.800, concentrata nella provincia centrale cinese dello Sichuan: numeri che permettono la nuova classificazione, riflettendo "le migliorate condizioni di vita grazie agli sforzi di lunga durata per la loro conservazione, inclusa l'espansione dell'habitat". Lo ha affermato Cui Shuhong, direttore del Dipartimento di protezione ecologica naturale del ministero dell'Ecologia e dell'Ambiente.
I Panda sono negli Zoo di mezzo mondo
Sta di fatto che Pechino ha aumentato negli ultimi decenni gli sforzi per far crescere la popolazione dei suoi animali piu' famosi, creando vaste aree dedicate alla ripopolazione su diverse catene montuose nel tentativo di salvarli dall'estinzione, e utilizzandoli a lungo come perno della sua diplomazia, prima regalandoli e poi 'affittandoli' a un costo medio annuo di un milione di dollari agli zoo di mezzo mondo. "La Cina ha istituito un sistema di riserve naturali relativamente completo", ha detto aggiunto Cui in una conferenza stampa tenuta mercoledi', nel mentre annunciava le novita'. "Ampie zone di ecosistemi naturali sono state sistematicamente e completamente protette e gli habitat della fauna selvatica sono stati effettivamente migliorati", ha proseguito. Cui, nell'occasione, ha osservato poi che anche le popolazioni di altre specie rare e in via di estinzione si stanno gradualmente riprendendo.
Anche le tigri siberiane si stanno salvando
Il numero di tigri siberiane, leopardi dell'Amur, elefanti asiatici e ibis crestato e' cresciuto in modo significativo", ha affermato. I panda giganti sono notoriamente difficili da allevare, con le femmine in grado di rimanere incinte solo per 24-72 ore all'anno. Altri problemi sono legati alla incapacita' di sopravvivere dove non cresce il bambu': per saziarsi, infatti, ne consumano grandi quantita', dai 9 agli 18 chili al giorno, perche' il bambu' e' comunque povero di sostanze nutritive. L'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) aveva gia' rimosso fin dal 2016 i panda giganti dalla lista delle specie a rischio di estinzione, riclassificandoli appunto come "vulnerabili". In quell'occasione, pero', Pechino aveva contestato la decisione, affermando che essa poteva indurre ad attenuare gli sforzi per la conservazione di questi animali. Dagli anni '70, i funzionari cinesi hanno lavorato a una campagna di alto profilo per aumentare il loro numero. Nel 2017, la Cina ha annunciato piani per una riserva di 10.476 miglia quadrate, tre volte piu' grande del Parco nazionale di Yellowstone, negli Usa. I panda sono conosciuti in Cina come una "specie ombrello", il che significa che gli esperti ritengono che le misure per proteggerli aiuterebbero a tutelare altri animali, cosi' come l'ecosistema piu' ampio. Uno studio congiunto, pubblicato da un team di esperti di Cina e Usa, pubblicato lo scorso anno, ha tuttavia osservato che il successo dell'operazione panda potrebbe essere avvenuto a danno delle specie di carnivori locali.