Il 17 Aprile 1970 l'Apollo 13 ammarò nell'Oceano Pacifico, 4 giorni dopo il celebre incidente
17 aprile 2021, ore 09:00
agg. 19 aprile 2021, ore 09:51
"Okay Houston, abbiamo avuto un problema, qui" la celebre frase pronunciata dall’astronauta Jack Swigert, membro dell’equipaggio dell’Apollo 13, entrata nella storia
Alle ore 21.08 del 13 aprile 1970, l’astronauta Jack Swigert, membro dell’equipaggio dell’Apollo 13, comunica al quartier generale della Nasa: "Okay Houston, abbiamo avuto un problema, qui”. Otto secondi più tardi, il Controllo Missione a Houston risponde "This is Houston. Say again, please." ("Qui Houston, ripetere prego"). Passano altri sette secondi. Questa volta a parlare è il comandante Lovell: "Houston, we've had a problem" ("Houston, abbiamo avuto un problema") e inizia a spiegare i dettagli tecnici dell'avaria. C’è stata un’esplosione a bordo e la navicella sta perdendo rapidamente ossigeno. Inizia, così, per l’equipaggio e l’America intera, l’odissea del difficile rientro sulla Terra, che avverrà 4 giorni dopo, il 17 aprile di 51 anni fa.
Una missione travagliata
L'Apollo 13 era la terza missione del programma Apollo diretta sulla Luna. Al comando c'era James Lovell, al quarto volo spaziale, John Swigert detto "Jack" era il pilota del modulo di comando e Fred Haise era al comando del modulo lunare. Il lancio non era stato perfetto per un problema al motore del secondo stadio, che venne rapidamente risolto. Il problema vero si verificò due giorni più tardi, quando si guastò il sistema elettrico di uno dei serbatoi di ossigeno del modulo di servizio: la pressione aumentò fino a provocare una rottura che fece saltare il sistema elettrico e mandò fuori uso entrambi i serbatoi di ossigeno del modulo. Solo il modulo di comando continuava a funzionare grazie alle sue batterie e ai suoi serbatoi di ossigeno, che però erano sufficienti per affrontare le ultime ore della missione. Non restava che abbandonare l'obiettivo della Luna. Il centro di controllo della Nasa a Houston decise per un passaggio attorno alla Luna per dare spinta alla navetta e farle prendere rotta verso la Terra con una traiettoria di ritorno libero. Intanto gli astronauti si erano trasferiti nel modulo lunare che, agganciato a quello di comando, era diventato una scialuppa di salvataggio.
Il mondo col fiato sospeso
Nel modulo lunare gli astronauti vissero ore critiche che tutto il mondo seguì col fiato sospeso: tre uomini per quattro giorni in uno spazio progettato per ospitare due persone per due giorni. Le riserve di energia erano scarse, e anche l'acqua, il calore diminuiva. I filtri dell'anidride carbonica non bastavano per tre persone, ma arrangiandosi con ciò che trovarono a bordo e con la guida del centro di controllo, gli astronauti costruirono un adattatore che chiamarono "la cassetta della posta". Non appena l'Apollo 13 si avvicinò alla Terra, l'equipaggio abbandonò il modulo di servizio e i tre uomini si trasferirono nel modulo principale, che ammarò nel Pacifico. Era il 17 aprile 1970. Jim Lovell e Jeffrey Kluger scrissero poi un libro sulla missione, Lost Moon, che ha ispirato il film di Ron Howard Apollo 13, con Tom Hanks nei panni di Lovell. Lo stesso comandante compare in un cameo nel ruolo di un capitano della nave di recupero Iwo Jima.