Il bel Renè deve restare in carcere, respinta per Vallanzasca la libertà condizionale

Il bel Renè deve restare in carcere, respinta per Vallanzasca la libertà condizionale

Il bel Renè deve restare in carcere, respinta per Vallanzasca la libertà condizionale


L'ex bandito della Comasina, a Milano, è stato condannato all'ergastolo per diversi reati

Vallanzasca resta in carcere

L'ex bandito Renato Vallanzasca deve restare in carcere. Lo ha deciso la Cassazione, che ha respinto il ricorso presentato dalla difesa del bel Renè, detenuto a Bollate, nel milanese. Il verdetto conferma la decisione già presa dal Tribunale di Sorveglianza di Milano lo scorso 23 giugno. Vallanzasca, che ha 71 anni, aveva chiesto la libertà condizionale o in subordine la semilibertà. 


Un bandito iconico

Renato Vallanzasca, temibile bandito del quartiere milanese della Comasina, rapinatore e assassino, è un figura che sicuramente ha lasciato il segno nell'immaginario iconico dell'Italia degli anni 70. La sua vita è stata un'altalena tra i crimini che commetteva e la bella vita che gli piaceva fare. Il suo soprannome, il bel Renè, fa riferimento al suo fascino, occhi azzurri e sorriso conquistatore, che tanto affascinavano le donne. Vallanzasca, in tutte le prigioni in cui è stato rinchiuso, ha ricevuto lettere devote dalle spasimanti di tutt'Italia. 


Sono nato per fare il delinquente

Renato Vallanzasca ha trascorso più anni della sua vita in carcere che fuori. Lui stesso ha detto di essere nato per fare il delinquente, raccontando che già da piccolo rubava i soldatini. A otto anni la sua prima grande impresa. Tentò di liberare la tigre di un circo e sconvolse un intero quartiere. Fu portato nel carcere minorile. L'inizio di una carriera criminale. Quando fu un giovane uomo, Vallanzasca costituì la sua banda, La banda della Comasina, che negli anni '70 spadroneggiò a Milano. Rapine, furti e i soldi, tanti, iniziarono a girare vorticosamente. E allora via con le auto di lusso, i bei vestiti, le donne. Poi l'escalation di violenza, che lo portò anche a uccidere. La prigionia di Vallanzasca è stata costellata anche da diverse evasioni. 


Il lavoro esterno

Nel 2010, a Vallanzasca fu concesso di lavorare all'esterno del carcere. Quando si seppe che si incontrava con una donna, il beneficio gli fu sospeso. Quattro anni dopo, ottenuto di nuovo di poter lasciare il carcere per lavorare, tentò di rubare in un supermercato e venne processato per direttissima per rapina. Per lui, da quel momento, è diventato difficile ottenere nuove agevolazioni. In totale, Vallanzasca, deve scontare 4 ergastoli e 296 anni di carcere. 




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